C'era un trafiletto su Avvenire del 9 gennaio scorso: grazie al NIPT, alla diagnostica precoce in gravidanza, in Inghilterra sono diminuite del 30% le nascite dei bambini portatori di sindrome di Down: detta così sembrerebbe quasi una bella notizia, la sconfitta di una malattia genetica. Al netto della neolingua, invece, la notizia va letta così: in Inghilterra, grazie alle diagnosi precoci si uccidono prima della nascita il 30% in più di bambini portatori della sindrome di Down. Quindi, l'Inghilterra sulla scia dei Paesi nordici, come Islanda e Danimarca, si avvia verso il traguardo di liberarsi del tutto delle persone con trisomia 21 ("Down Free").
Per non essere da meno il presidente uscente dell'Emilia Romagna, Bonaccini, si vanta, sul sito istituzionale di essere « il primo ad offrire questo screening a costo zero a tutte le donne in gravidanza residenti, indipendentemente dall’età e dal rischio». E dopo aver elogiato il Nipt, precisa che «È un test che non mette a rischio la sicurezza della donna e del feto [peccato che il feto venga ammazzato, ndR], e la sua maggiore accuratezza riduce in modo significativo il ricorso agli esami invasivi di conferma diagnostica. Quando si parla di eccellenza del sistema sanitario dell’Emilia-Romagna non parliamo di cose futuribili, ma di cose che già ci sono, concrete, messe a disposizione di tutti....». Un servizio - aggiungiamo noi - che non solo già c'è, ma che già c'era, in Germania dal '39 al '41. Anzi un servizio che fa concorrenza in termini di efficienza all'Aktion T4 nazista: i tedeschi, avendo fatto fuori circa 300.000 disabili in un paio di anni, si ritrovarono col problema dei 300.000 cadaveri da smaltire. L'Emilia Romagna se la caverà con qualche contenitore di rifiuti ospedalieri che finiranno inceneriti o smaltiti da qualche parte senza ingombrare troppo.
Francesca Romana Poleggi
La foto è di Anna Marangoni, una bimba deliziosa che ha una pagina Facebook da visitare: "Buone notizie secondo Anna" : meriterebbe molti più like di molti influencer...