21/11/2019

Fa scalpore un bambino morto in un'aiuola. Invece quelli nei rifiuti ospedalieri?

Ora tutti si stracciano le vesti indignati per il ritrovamento in un aiuola di un bambino di circa 3/4 mesi di gestazione, ma basterebbe gettare uno sguardo nei bidoni dei rifiuti speciali degli ospedali abortisti per trovare decine e decine di bambini uccisi ogni giorno nel grembo delle loro madri, tramite l'aborto di Stato. 
Il mio grandissimo amico professor Giorgio Nicolini ricorda spesso quando fuori dall’Ospedale abortista Salesi di Ancona, dove si recava a pregare per i bambini non nati insieme al compianto don Oreste Benzi, i carabinieri erano intervenuti chiedendo loro di mostrare le carte d’identità. Don Oreste nel porgere loro il proprio documento, commentò: «Perché venite da noi quando è lì dentro che uccidono i bambini?», e li esortò ad entrare e a vedere cosa c'era nei contenitori dei rifiuti ospedalieri. 
Ma per questi bambini uccisi nei nostri ospedali pochissimi si indignano, pochissimi alzano la voce in loro difesa, anzi molti esaltano l’aborto come una conquista di libertà, rendendosi così complici di una società che, eliminando i suoi membri più piccoli e indifesi, compromette il proprio futuro.
Quanta ipocrisia trovo in tutto questo!  
Pensare che  il corpicino è stato immediatamente portato dai carabinieri per i primi esami all'Ospedale Sant'Anna, dove, nella stessa giornata, ad almeno dieci bambini nel grembo materno non è stato concesso di vedere la luce.
Sono oltre 3.000 gli aborti eseguiti ogni anno in questo ospedale torinese, dove opera un medico famoso che pubblicamente si è vantato  di "frullare i bambini" e che al Corriere della Sera ha dichiarato di eseguire aborti "terapeutici" (cioè fino a 23 settimane di gestazione) di bambini perfettamete sani. 
In merito alla vicenda di Giovannino, il bimbo nato con l’ittiosi Arlecchino; lo stesso medico ha scritto sui social: «C'è da sperare che non sopravviva». 
Io credo che il diritto alla Vita non dipende dall’essere sano o desiderato, ma dall’essere vivo e che ogni Vita è sacra e nessuno può arrogarsi il diritto di sopprimerla, decidendo chi deve vivere e chi morire. 
 
Giorgio Celsi
Presidente dell'Associazione "Ora e Labora in Difesa della Vita"
 
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