10/10/2012

A Bologna dove, sulle note di Mozart, si uccidono i bimbi

Ora che con internet si può fare andate a  rivedervi la rassegna stampa delle prime pagine dei principali quotidiani del 18 marzo 1992, ovverosia di vent’anni fa, quando ormai nessuno parlava più dello spregevole delitto d’aborto: “Gruppo per la vita a Bologna. Assaltano ospedale durate un aborto” (“Il Resto del Carlino’),”Sceneggiata contro l’aborto. Sit-in ospedale del solito commando internazionale. Rosari e Padre nostro: “Vogliamo impedire nuovi delitti’”(‘Il Corriere della Sera“),”Bologna, gruppo di antiabortisti cerca di fermare un intervento”(“Il Tempo”),”Blitz antiabortista in ospedale. Il Commando proveniva da USA, Inghilterra e Scozia”(“Repubblica”),”Commando antiabortista in ospedale. Dieci fanatici religiosi…denunziati”(‘La Stampa’)…e via contando.

Lo stesso quotidiano torinese dei “poteri forti” e delle Logge italiane si lanciava poi in una lirica difesa degli omicidi perpetrati nell’Ospedale bolognese: “Uno spaccato internazionale di cupo fanatismo religioso -scriveva Marisa Ostolani-è piombato all’improvviso  nelle sale immacolate dell’ospedale della Maternità di Bologna dove da una settimana, grazie a un impianto di filodiffusione bambini vengono al mondo(o dal mondo vengono tolti, tracimati e ridotti in poltiglia, dall’affilato ‘cucchiaio’ del dottor Morte, n.p.c) accompagnati dalle note musicali di Mozart. “Una conferma a quello che negli anni Settanta mi diceva, a Firenze, il mio amico, il fotografo David Levi: “Venimmo accolti ad Auschwitz, dall’orchestra degli internati nel “campo di  lavoro”, dalle note di un pezzo di musica classica.”

Ma “La Stampa” è costretta a riportare anche un’ altra notizia nella stessa pagina: “Cambiamo la legge 194?, infatti l’onorevole Franco Marini è l’unico a non unirsi al coro starnazzante di condanna di questa coraggiosa operazione di salvataggio: “Ogni offesa alla vita-dichiara Marini a “La Stampa” – da quella del nascituro a quella dell’immigrato, da quella di una madre a quella di un handicappato, va rimossa…una revisione della legge 194 sull’interruzione della gravidanza non solo è auspicabile ma è anche possibile…”Intanto anche questo, insieme a quello di aver “rinviato”(ma io amo pensare che la bambina che, in quel giorno, avrebbe dovuto essere uccisa, grazie a un ripensamento della mamma, sia oggi una ragazza ventenne…forse mamma anche lei!) l’omicidio di un innocente, fu un grande successo di quei dieci intrepidi che vennero da Oltreoceano per difendere la vita e per dimostrare agli italiani che la vita va difesa a viso aperto, che occorre dare testimonianza ogni giorno: “Se altri, ogni giorno, venissero a bloccare gli aborti cesserebbe la strage degli innocenti…non so di quali reati ci accuserete-disse Padre Rosario Thomas al giovane commissario che, commosso, lo interrogava-ma in quell’ospedale si stava compiendo un omicidio e il sangue dell’innocente grida vendetta al cospetto di Dio! Se voi ci arresterete non importa, quando saremo fuori voleremo di nuovo, questa volta in Polonia per una nuova operazione di salvataggio.”(Operation “rescue”=in italiano “salvataggio”)

Erano dieci, sette cattolici, tra cui due sacerdoti – ”vestiti di nero” come scriveva il “Corriere” – due protestanti e un ebreo, venuti in Italia, a spese loro, subendo l’arresto e la gogna mediatica, perché i dirigenti italiani del Movimento per La Vita (MpV) uscissero allo scoperto, facessero sentire la loro voce, andassero a rendere testimonianza nei luoghi del “martirio”…eppure molti militanti del MpV avevano dato vita a cose egregie: il Progetto Gemma, il telefono SOS vita, i cassonetti per la vita…ma nessuno si muoveva per fermare la “Commare Secca in camice bianco che, con la sua falce, mieteva e miete tuttavia, al suono delle note di Mozart, le vite dei più piccoli e dei più indifesi…

Non per cercare notorietà, non per odio verso le poverette che abortivano, non per conquistare seggi in Parlamento, ma per amore, questi dieci “eroi” si distesero nel corridoio e recitarono il Rosario…furono portati via di peso, dalla polizia, loro, i salvatori, per far sì che i carnefici potessero continuare nella loro opera immonda, furono denunziati per interruzione di “pubblico servizio”(sic!) ed espulsi dall’Italia: dure condanne da parte del PdS, secondo il repubblicano On. Gianni Ravaglia (sì, più rari dei panda, ma esistono ancora i seguaci del menagramo genovese) i “Pro life”(veri “skinhead cattolici”, secondo l’Onorevole Grillini) avevano messo in atto “un’operazione di terrorismo” il cui “mandante morale” sarebbe stato, secondo l’Arci Gay, il Cardinal Biffi ed evidentemente il Beato Giovanni Paolo II che aveva definito Bologna: “terra sazia e disperata”…e ancora bordate, condanne, il Sindaco che vorrebbe una denunzia per  “associazione a delinquere”, le femministe che li vorrebbero etc.etc., la Cgil che si indigna ma, ora, vedrete il bello.

Tra tante condanne ci si aspettava una parola di incoraggiamento e di apprezzamento, per i pro life americani, da parte dei colleghi italiani del Movimento per la vita, o, almeno, il rispetto, ed eccola che arriva: l’onorevole Casini condanna senza se e senza ma…il gruppo dei dieci americani, definendo il tutto come una “caduta di stile” una cosa che “non serve a nulla”, insomma come se vedendo compiere un delitto uno si dovesse volgere da l’altra parte, in omaggio allo “stile” …o forse allo “stilus” con il quale si colpisce al cuore…si uno “stilus” che mi penetrò nel cuore in quanto ho sempre considerato e considero l’Onorevole Casini una persona perbene e di lui ricordo il generoso impegno nella battaglia referendaria contro il divorzio del 1974, quando,in quegli anni, nessuno si esponeva e chi lo faceva veniva messo nel ghetto degli intoccabili. Sono anche certo che oggi, vedendo quello che tragicamente sta accadendo, il Presidente del MpV non rifarebbe quella sua dichiarazione e, da persona onesta qual è, penso davvero che, in cuor suo, vorrebbe chieder loro scusa.

Questo l’explicit del mio articolo. L’incipit: New York, vacanze del S. Natale 1992, sono in casa di un amica, Loretta Morras, nella sua bella abitazione di Manhattan si festeggia la sua scarcerazione: ha trascorso due anni in carcere per aver impedito gli aborti in un ospedale con la sua squadra di Operation “Rescue”, sono presenti i due vescovi ausiliari di New York, Mons Austin Vaughan e Mons Lynch insieme a Padre Rosario Thomas, il leader carismatico di questo movimento: tutti e tre hanno dato testimonianza della loro Fede cercando di impedire gli aborti e hanno passato molti anni nei carceri americani (molto peggiori dei nostri!)veri e propri Confessori della Fede. Padre Thomas di anni dietro le sbarre ne ha trascorsi sei…carcere duro, con isolamento diurno, in quanto, durante il processo non venne a patteggiamenti: in carcere avrebbe tenuto la sua talare

Ritrovai Padre Thomas a Bologna, mi aveva telefonato la sera prima; mentre loro erano a fare il “salvataggio”, chiuso in una cabina telefonica con un pugno di gettoni, telefonai ai giornali; avevo preso in consegna i loro documenti, li consegnai a P. Pellegrino Santucci, un grande musicista e, soprattutto un amico, che, la sera si recò in questura per restituirli. In giornata dovetti ripartire. Di quella vicenda mi resta un ricordo bellissimo e conservo questa foto di gruppo dove Padre Thomas volle che posassi anch’io, facendomi un onore grandissimo. Lui scattò la foto e…rimase fuori, poi fui io a scattare il clic e ad “immortalare” anche P. Thomas ma quella foto è andata persa. Non ho più avuto notizie di questi amici americani: immagino la loro gioia quando avranno saputo della Marcia per la Vita che, ogni anno si tiene a Roma contro l’aborto. Faccio una proposta agli organizzatori: perché non riprovare a ricontattarli ed eventualmente invitarli, come testimoni di coerenza, quest’anno a Roma il 12 maggio per la terza Marcia per la Vita?

di Pucci Cipriani

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