Questa settimana la Corte Suprema degli Stati Uniti (Scotus) con una decisione relativamente pilatesca, nella causa Box vs. Planned Parenthood, ha votato 7 a 2 per sostenere una disposizione in una legge dell’Indiana che richiede ai fornitori di aborto di seppellire o cremare resti fetali. Ha rifiutato, invece, di esaminare un’altra sezione della stessa legge che vieta l’aborto sulla base del sesso, della razza o della disabilità di un feto.
Secondo The Economist, la sentenza potrebbe essere stata opera del giudice John Roberts: la legge dell’Indiana avrebbe potuto essere usata per rovesciare o modificare la sentenza Roe v. Wade, che ha legalizzato l’aborto nel 1973, ma una decisione della Corte Suprema in questo momento è stata considerata politicamente inopportuna. Il giudice Clarence Thomas, l’unico afro-americano che siede alla Scotus, però, non è stato zitto e ha colto l’occasione per scrivere parole chiare di denuncia dei legami dell’aborto con il razzismo e il movimento eugenetico.
La maggior parte dei giornalisti l’ha ignorata o ridicolizzata.
Ma la questione sollevata da Thomas è molto importante. L’ultima volta che la Corte Suprema ha affrontato la questione dell’eugenetica è stata nel 1927, con la sentenza Buck vs. Bell, e l’ha appoggiata con entusiasmo. Il giudice Oliver Wendell Holmes Jr scrisse: «È meglio per tutto il mondo, stroncare le discendenze degenerate per criminalità, o quelle di chi rischia di morire di fame per imbecillità: la società può impedire a coloro che sono manifestamente inadatti di perpetuare la propria specie».
Questa terribile decisione non è mai stata esplicitamente rovesciata. Novantadue anni dopo, sarebbe ora. Nel suo scritto appassionato il giudice Thomas sottolinea che l’aborto è un atto pieno di potenzialità di manipolazione eugenetica e sostiene che «avendo creato il diritto costituzionale all’aborto, questa Corte ha il dovere di affrontare il suo scopo».
È una prima bozza di scuse della Scotus per quanto sancito dalla sentenza Buck vs. Bell.
Michael Cook
Traduzione con adattamenti a cura della Redazione non rivista dall’Autore.
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