L’aborto pone fine alla vita di un membro del genere umano, della specie Homo Sapiens. Eppure l’aborto non è classificato tra le “cause di morte”, nelle statistiche dei Paesi “civili”...
Un team di ricercatori della University of North Carolina, a Charlotte, ha deciso di fare di nuovo i conti, calcolando tra le cause di morte anche l’aborto volontario.
“Non vi è alcuna opposizione scientifica credibile al fatto che un nuovo essere umano geneticamente distinto dalla madre e dal padre inizia con la fecondazione” scrivono James Studnicki, Sharon J. MacKinnon, e John W. Fisher nel loro articolo, pubblicato questa estate nell’ Open Journal of Preventive Medicine .
“Eppure, viene escluso dalle principali cause di morte ..., e non viene nemmeno considerata [in America, NdR] la grande discriminazione razziale ed etnica che da esso risulta: i dati, invece, dovrebbero sollevare una seria preoccupazione per la comunità scientifica e per la società nel suo complesso “.
Così i ricercatori, studiando i dati a partire dal 2009 (l’ultimo anno per cui sono disponibili tutte le informazioni rilevanti), hanno scoperto che l’aborto indotto è stato, in America, di gran lunga la principale causa di morte (1 milione e 152 mila morti): ha fatto il doppio delle vittime delle malattie cardiache (599.413 decessi) e del cancro (567.628 decessi) e rappresenta il 32,1 per cento di tutte le morti quell’anno.
Preoccupante è il dato che tra gli afroamericani, l’aborto è la causa del 61,1 per cento dei decessi totali; tra gli ispanici il 64 per cento.
I ricercatori hanno anche calcolato gli “anni di vita potenziale persi”, ipotizzando una vita media di 75 anni. Nel 2009, l’aborto ha sottratto agli Americani 68,4 milioni di anni di vita potenziale, cioè il 77,1 per cento di tutti gli anni persi nel 2009. Il secondo principale responsabile in questa statistica è il cancro, che è costato 4,4 milioni di anni di vita, solo il 4,9 per cento del totale.
Le morti per aborto, inoltre, sono del tutto prevenibili, molto più prevedibili di quelle per cancro: si fa attività di prevenzione dell’aborto tanto quanto si fa per le malattie cardiocircolatorie o per i tumori?
Il fatto che l’aborto sia stato ‘rimosso’ dalla lista delle cause della morte dovrebbe far pensare. Cosa accadrebbe se qualche misterioso nuovo virus uccidesse più di un milione di bambini ogni anno?
Per non parlare, poi, del fatto che l’aborto è un’uccisione intenzionale. Il cancro e le malattie cardiache sono tragiche, ma non sono tecnicamente delle ” ingiustizie”. Si potrebbero imputare alla sfortuna, per esempio. L’aborto, invece, è una ingiustizia. Si tratta di una violazione del diritto alla vita (il diritto a non essere uccisi intenzionalmente).
E infine, ma non ultima come considerazione, le vittime dell’aborto sono persone piccole, innocenti, indifese, che non hanno mezzi né voce per provare a opporsi al loro destino... anche se noi di ProVita siamo qui , “... nel nome di chi non può parlare”.
Paul Stark, su LifeNews
Traduzione con adattamenti della Redazione