L’aborto non sarà legalizzato né depenalizzato in Ecuador. È questo il risultato della votazione nell’Assemblea nazionale del Paese che si è pronunciata sulla proposta di legge che prevedeva, appunto, la depenalizzazione dell’interruzione di gravidanza in sette casi, tra i quali anche in caso di violenza, incesto, malformazione del feto e inseminazione non consentita.
Nonostante le previsioni di chi voleva far passare la proposta, la votazione non ha superato i 70 voti favorevoli dei deputati, non raggiungendo quindi la maggioranza assoluta. Alla fine i “Sì” si sono fermati a 65, contro i 59 voti contrari e le 7 assenze e le 7 astensioni che hanno fatto la differenza.
Abbiamo già dato notizia della votazione e della successiva soddisfazione dei vescovi dell’Ecuador. Dopo il voto in Assemblea Nazionale anche i sostenitori dell’aborto si sono fatti sentire, con una manifestazione che sarebbe degenerata in un attacco alla polizia fuori dal Parlamento, come riporta un articolo di Life Site News.
Quando i manifestanti - molti dei quali giovani donne, che indossavano il classico fazzoletto verde degli attivisti pro aborto - hanno tentato di sfondare il cordone di sicurezza, la polizia ha risposto con gas irritanti. I sostenitori dell’aborto avrebbero quindi lanciato sassi e insulti alle forze dell’ordine, mentre alcuni cartelli e slogan riportavano le scritte «Ragazze, non madri» e «Togliete i Rosari dalle nostra ovaie».
di Salvatore Tropea