La cultura della morte che vorrebbe l’aborto libero, a richiesta, sempre, in tutto il mondo, è ancora pervasa dalla falsa ideologia neomalthusiana che vuol far credere che bisogna ridurre la popolazione.
Questo obiettivo è da perseguire a tutti i costi, a prescindere dalla reale salute psico – fisica delle donne: quelli che han sempre in bocca i diritti sessuali e riproduttivi sono proprio quelli ai quali della salute delle donne che ricorrono all’aborto non importa niente. Tant’è vero che caldeggiano la diffusione della RU486.
E dove non riescono a fare della pillola assassina un medicinale da banco, si contentano di ottenere il risultato per vie traverse.
LifeNews ci informa che l’agenzia ONU per la pianificazione familiare, l’UNFPA, si è adoperata per garantire che il Misoprostol sia incluso nella lista dei “farmaci essenziali”, in molti Paesi.
La RU486, infatti, si compone di due pillole: la seconda è proprio il Misoprostol, noto anche come Cytotec, un farmaco che provoca le contrazioni uterine e l’espulsione del bambino dal grembo materno.
I Paesi che hanno ancora leggi che non consentono la RU486, non accettano di registrare tra i farmaci consentiti la prima delle due pillole che la compone, il Mifepristone, dal momento che ha un solo uso: uccidere il bambino (e chissà come può non essere dannosa per la donna una pasticca che comunque ammazza un ragazzino...).
Viceversa il Misoprostol ha altri usi, per esempio può essere prescritta nel post partum.
Quindi, una volta che il farmaco è in vendita tra quelli “essenziali”, sarà facile per chi si adopera in favore dell’aborto consigliare le donne in proposito per procurarsi l’emorragia fatale per il bambino in grembo.
Ecco spiegata l’operosità dell’UNFPA in un contesto che apparentemente non dovrebbe interessarle...
Redazione