Donald Trump regala una nuova soddisfazione ai pro life americani. La Casa Bianca ha infatti avanzato una proposta di modifica dell’Affordable Care Act (più noto come Obamacare), in modo da tutelare finalmente l’obiezione di coscienza sull’aborto.
Il nodo critico è nella normativa emessa nel 2016, ultimo anno dell’amministrazione Obama, dal Dipartimento di salute e servizi umani, che bollava come “discriminazione sessuale” nei confronti della donna, il rifiuto di praticare l’interruzione di gravidanza da parte del personale medico-sanitario.
Un anno dopo l’emanazione di quella norma, un tribunale del Texas sollevò il dubbio sulla sua illiceità. A ricorrere erano stati un ospedale cattolico e un’associazione di medici cristiani, sostenendo che il provvedimento andava contro le loro convinzioni religiose. L’intervento dell’amministrazione Trump andrebbe così a prevenire una controversia giudiziaria, ristabilendo in modo definitivo e chiaro la libertà di coscienza.
«Quando il Congresso ha vietato la discriminazione sessuale, lo ha fatto in base alla semplice definizione del termine, quindi stiamo conformando i nostri regolamenti», ha dichiarato Roger Severino, direttore della sezione diritti civili del Dipartimento di salute e servizi umani. «Il popolo americano vuole una vigorosa protezione dei diritti civili e la fedeltà alle leggi approvate dai loro rappresentanti». Il provvedimento di revisione dell’Obamacare dovrebbe essere approvato entro 60 giorni. Secondo Marjorie Dannenfelser, presidente dell’associazione pro life Susan B. Anthony List, ciò potrebbe condizionare l’applicazione delle nuove leggi degli stati di New York e Vermont, che permettono l’aborto fino al nono mese.
«Sotto la precedente amministrazione, la legge federale è stata reinterpretata per definire l’aborto come un diritto civile», ha osservato Dannenfelser, sottolineando che la riforma cui sta lavorando l’amministrazione Trump servirà in particolare a «tutelare istituzioni pro life e operatori sanitari come Cathy De Carlo, che ha iniziato la professione medica per salvare vite ma è poi stata costretta a partecipare agli aborti, a costo di perdere la professione». Nel ringraziare il presidente Trump e il segretario del Dipartimento di salute e servizi umani, Alex Azar, Dannenfelser ha esortato il Congresso a fare la sua parte nella tutela dell’obiezione di coscienza.
Giudizi favorevoli sono stati espressi anche da Tony Perkins, presidente del Family Research Council, secondo il quale si sta mettendo fine a un’ingiustizia dell’èra Obama, che costringe gli operatori sanitari a compiere attività che «violano sostanzialmente le loro coscienze». La revisione in corso permetterà che l’«Obamacare non sia usato per veicolare politiche abortiste».
Anche Kristan Hawkins, presidente di Students for Life of America, ha ringraziato l’amministrazione, ricordando che «la gravidanza non è una malattia curabile con l’aborto. La nostra politica», ha aggiunto, «non dovrebbe avere un pregiudizio favorevole all’aborto, perché le madri e le donne incinte meritano sostegno e assistenza, non di ricevere pressioni a mettere fine alla vita del bambino».
Luca Marcolivio
Fonte: LifeNews