Chi non è accecato dall’ideologia sa che l’alta percentuale di medici obiettori non provoca alcun intralcio alle donne che vogliono l’aborto.
Chi non ci crede, e crede alla propaganda mortifera dei cultori dell’aborto, potranno riflettere sulla storia inventata della “povera donna” veneta che ha cercato di abortire in 23 ospedali prima di riuscirci: la CGIL l’ha assistita nella denuncia, la magistratura ha accertato che non è vero.
Scrive Rai News: «Il 15 dicembre 2015 fu richiesta la prestazione; il 23 dicembre fu fatta la visita; il 12 gennaio fu effettuato l’aborto. Tutto in 28 giorni», quindi sono stati rispettati tutti i limiti di tempo previsti da tutte le regole: come rileva giustamente l’assessore alla sanità del Veneto, Coletto : « Altro che odissea. L’odissea l’hanno vissuta operatori e sanitari sbattuti in prima pagina come dei mostri».
I ginecologi obiettori sono il 70% del totale, e i cattolici praticanti il 20% della popolazione: poiché non è possibile che la percentuale di cattolici tra i ginecologi sia tanto più alta della media nazionale, ci si dovrebbe chiedere seriamente perché tanti medici sollevano obiezione di coscienza all’aborto. E – visto che hanno anche meno possibilità di far carriera nelle strutture pubbliche – l’unica risposta è che il forte orientamento professionale sia dovuto alla ragione naturale che impedisce a chicchessia e soprattutto a un medico di uccidere le persone (perché ogni aborto uccide una persona).
Nella relazione al parlamento sono riportate le medie regionali, e anche quelle per ogni singola ASL, da cui si vede che 3 ASL su 140 si discostano molto dalla media nazionale; in queste si hanno da 12 a 15 aborti settimanali. In termini di ore di lavoro significa un impegno di due mezze giornate; nelle altre 137 Asl i numeri sono molto più bassi (7 in un caso, e poi sempre meno di 5) corrispondenti a un lavoro di mezza giornata al massimo.
Sempre nella relazione al parlamento si può leggere che l’11% di personale NON obiettore, a livello nazionale, NON è assegnato ai servizi relativi all’aborto. Ciò vuol dire che evidentemente i non obiettori sono più che sufficienti rispetto alla richiesta di aborto che c’è.
Ricordiamo anche che l’Italia NON è mai stata condannata dall’Europa a questo riguardo: il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa si è espresso definitivamente lo scorso luglio dopo due reclami (della IPPF-EN e della CGIL), riguardanti aborto e obiezione di coscienza, con un giudizio positivo.
A margine della questione, però, viene da chiederci: come mai nessuno si lagna (Boldrini in testa) delle fake news, ovvero delle bufale che sono andate in giro a proposito? Perché le fake news quando le commenta Gramellini sul Corsera non sono più uno scandalo?
In base al progetto di legge 2688, Gramellini e tanti altri dovrebbero essere puniti con “l’arresto e la detenzione non inferiore ai 12 mesi e con un’ammenda fino a 5.000 Euro (nuovo articolo 256 bis del Codice penale)” ! Ve lo immaginate?
Redazione