È a dir poco scandaloso che un uomo al giorno d’oggi sia costretto, contro la propria volontà, a compiere un atto che ne ferisca profondamente i valori a cui tiene di più. È deplorevole forzare un uomo ad uccidere un altro uomo, mettendo a serio rischio anche la salute di una donna.
Eppure oggi in troppi combattono il diritto dei medici all’obiezione di coscienza. Chi possiede un briciolo di umanità, ritiene impensabile costringere chi ritiene l’aborto un omicidio a praticarlo. Ma in molte parti del mondo i medici obiettori vengono fortemente perseguitati e spesso privati dei loro diritti.
L’amministrazione di Trump ha deciso, così, di prendere una ferma posizione in difesa dei diritti degli obiettori, intervenendo in una spiacevole vicenda in cui questi sono stati totalmente violati. Ce ne parla un articolo di Life News.
Una infermiera della sala operatoria dell'University of Vermont Medical Center (UVMMC) di Burlington, nonostante sia registrata in una lista di obiettori di coscienza all’aborto e nonostante nella struttura fossero presenti anche medici non obiettori, sarebbe stata tratta con l’inganno in sala operatoria, dicendole che avrebbe dovuto assistere ad un aborto spontaneo.
Quando scoprì che si trattava di un aborto volontario e che i suoi superiori erano al corrente sin dall’inizio dello svolgimento dei fatti, era ormai troppo tardi. L’infermiera rimase a dir poco traumatizzata.
«Almeno altre quattro infermiere di UVMMC hanno confermato che anch'esse sono state vittime di simili violazioni dei loro diritti di coscienza», ha spiegato l'avvocato dell'American Center for Law and Justice, Jay Sekulow.
L’amministrazione di Trump ha riconosciuto che l’UVMMC ha violato «la "clausola di coscienza" federale che protegge gli operatori medici pro vita». Il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani ha, così, concesso alla struttura ospedaliera un periodo di trenta giorni per presentare una politica volta alla tutela dei diritti dei medici obiettori, pena la perdita dei finanziamenti federali.
Un intervento significativo in un contesto sociale in cui il diritto all’obiezione di coscienza è fortemente minacciato. Speriamo che sia solo uno dei tanti provvedimenti in difesa dei veri diritti, come quelli dei medici obiettori.
di Luca Scalise