Il dottor Paul Roth, rettore dell’Università del New Mexico Health Sciences Center e decano della Facoltà di Medicina, ha dichiarato pubblicamente che ha ottenuto alcuni “tessuti fetali” e così, durante i laboratori estivi, agli studenti del liceo sono stati fatti sezionare un paio di cervelli di bambini vittime dell’aborto.
Roth ha rifiutato di spiegare esattamente da chi e come sono stati procurati gli esemplari.
La dichiarazione di Roth è stata registrata in un video che si può vedere qui ed è comprovata da alcuni documenti che sono anche nelle mani degli inquirenti, come per esempio questo qui.
Infatti la pratica di cedere le vittime dell’aborto per scopi di ricerca è vietata dalla legge del New Mexico, il Jonathan Spradling Revised Uniform Act, ma fin dal 2015 le associazioni pro life hanno denunciato abusi e violazioni della norma.
Un tempo, nelle scuole, si dissezionavano le rane durante i corsi di biologia.
Già da diversi decenni la pratica è stata abolita e le lezioni sul Galvanismo avvengono solo in modo teorico o virtuale.
Certo: perché le bestiole fanno pena. Ai ragazzi non bisogna insegnare certe cose, che poi torturano le lucertole nei giardini pubblici... Per fare lezioni di anatomia e dissezionare i cadaveri c’è tempo: se ne parla all’università.
Ma se si tratta di bambini morti di morte violenta (perché l’aborto procurato è morte violenta), che male c’è? Largo alla scienza, alla cultura, al progresso?
Le stesse motivazioni che tenta la Planned Parenthood per giustificarsi dall’accusa di trafficare con i poveri resi dei bambini vittime dell’aborto. Motivazioni che non reggono o meglio – non dovrebbero reggere – quando in ballo c’è la dignità degli esseri umani.
Redazione
Fonte: LifeNews