Mentre in Parlamento ancora neanche è cominciato il dibattito sulla stepchild adoption, ovvero le adozioni gay, i giudici italiani si sono già pronunciati. Prima ancora che il ddl Cirinnà venga discusso.
Precedendo la politica e facendo essi stessi politica, in sfregio alla divisione dei poteri, calpestando i principi fondamentali dello Stato di diritto che sono alla base della vera democrazia, violando la Costituzione, e in barba al parere di insigni giuristi, i giudici hanno dato via libera all’adozione del convivente per cinque coppie omosessuali.
L’avvocato Maria Antonia Pili, che assiste alcune coppie gay, spiega che non possono essere considerate ragioni preclusive per l’adozione «né la mancanza di un vincolo matrimoniale tra l’adottante e la madre del minore adottato né la relazione omosessuale tra la coppia genitoriale».
Immaginiamo che sia inutile spiegare all’Avvocatessa che la “coppia genitoriale” non è affatto “genitoriale”, perché due donne non saranno mai due genitori.
Temiamo anche che non serva a nulla spiegare ai giudici che i bambini hanno bisogno di una madre e un padre per crescere sani. Questa gente è accecata dall’ideologia.
Il 30 gennaio parteciperemo in massa al Family Day anche per questo. Per impedire che lo Stato certifichi e incoraggi determinate scelte dei giudici italiani che a tuttoggi sono sostanzialmente illegittime.
La nostra voce dobbiamo farla sentire ora. Dopo sarà troppo tardi. Lo sappiano i pavidi parlamentari che, per non perdere la poltrona, fanno i duri (e neanche tanto) solo a parole, ma non si sognerebbero mai di lasciare la maggioranza per il bene della famiglia e i diritti dei bambini.
Il disegno di legge Cirinnà va bocciato in toto. Punto e basta.
Redazione
Fonte: Il Giornale