Alfredo e Claudia Caltabiano, sposi dal 1988 e genitori di sei figli – tra naturali e in affido – sono i nuovi presidenti nazionali dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose. Sessant’anni lui, presidente del Forum regionale delle associazioni familiari Emilia Romagna, componente dell’Osservatorio Nazionale sulla Famiglia. Di tre anni più giovane lei e insegnante in una scuola materna. Li abbiamo intervistati sui progetti futuri dell’associazione e sulle problematiche che affliggono le famiglie numerose, cercando di capire quali potrebbero essere le soluzioni alle molteplici difficoltà che incontrano le famiglie italiane.
Quali sono i progetti che avete in cantiere per l’associazione?
«Intanto per prima cosa continuità con le tante cose belle fatte fino ad ora, come ad esempio l’aiuto delle famiglie in difficoltà tramite il banco alimentare o mantenere gli incontri periodici che facciamo con le nostre famiglie per coltivare un vivo contatto tra noi, di nuovo vorremmo ampliare le possibilità che offre l’associazione, ma questo potremmo farlo solo come comunità, dove ogni famiglia dà il suo contributo non solo economico, ma anche professionale, mettendo a disposizione le proprie competenze e capacità in comune con le altre famiglie, offrendo quindi aiuti non solo economici ma a 360 gradi. Continueremo sicuramente la nostra attività di lobbing per valorizzare anche culturalmente le famiglie numerose e le famiglie in generale, che significa difendere il valore ad avere figli in un periodo storico caratterizzato da forte denatalità».
Cosa vi aspettate dal nuovo governo per far fronte al problema della denatalità e più in generale ai problemi delle famiglie ?
«Sicuramente un cambio di rotta, in quanto non tanto l’ultimo governo ma andando indietro di decenni sicuramente le famiglie con figli non sono mai state considerate una priorità dalla politica, ogni anno le famiglie numerose diventano più povere, pensi che dati alla mano, dal 2006 si è passati da un 3,8% di famiglie in situazione di povertà fino a quasi il 23% del 2021 e il 2022 sarà anche peggio con le famiglie che diventeranno ancora più povere per gli aumenti delle bollette. Questo è un indicatore di mancanza di politiche a favore delle famiglie, pensi che l’Istat dice che il secondo motivo di povertà in Italia dopo la perdita del lavoro è la nascita di un figlio, ed è assurdo che con la denatalità che stiamo vivendo fare figli debba diventare un problema economico, quindi chiediamo un netto cambio di rotta. C’è da dire che se è vero che le famiglie numerose sono le più povere economicamente, bisogna dire che sono anche le più ricche dal punto di vista delle relazioni, di vita, sono le famiglie che daranno un futuro anche economico al paese, in quanto saranno i nostri figli a pagare le pensioni future. Dobbiamo passare dall’Italia del figlio unico all’Italia del terzo figlio, incentivando anzitutto chi ha già due figli ad arrivare al terzo mettendo su una serie di interventi di carattere fiscale, economico, lavorativo, pensionistico che agevolino le famiglie in tal senso, penso alla carta famiglia, un’agevolazione che in paesi come Francia, Spagna o Polonia permette ad attività pubbliche e private di concedere forti sconti alle famiglie con tre figli. Queste proposte in Italia si potrebbero attuare con una spesa pubblica minima, in quanto le famiglie numerose sono poche e oltre ad aiutare le famiglie si lancerebbe anche un forte messaggio culturale sull’importanza di avere figli».
A proposito del messaggio culturale, oggi sembra che le famiglie numerose siano stigmatizzate a livello sociale, ad esempio esiste una sorta di narrativa legata alla fantomatica emergenza climatica che sostiene che mettere su una famiglia numerosa non sia un atto sostenibile per il Pianeta e sia quasi da irresponsabili. Come si può culturalmente scardinare questa impostazione ideologica anti familiare ?
«Questa impostazione è un problema di distrazione di massa, in quanto anzitutto tutto la questione non riguarda l’Italia e l’Europa semmai altri continenti, ma sappiamo che già dal 2050 la popolazione mondiale inizierà a diminuire ovunque ad eccezione dell’Africa, quindi il problema non è tanto che siamo in troppi su questa terra ma semmai di redistribuzione delle risorse. La soluzione di chi ha queste ideologie è l’immigrazione dall’Africa, che vede uno sfruttamento molteplice di questa terra in quanto importiamo mano d’opera che andrebbe a sostituire i figli che non facciamo più. Bisognerebbe invece passare da una redistribuzione delle risorse e da un equilibrio demografico che non significa voler crescere a dismisura, ma almeno riuscire a raggiungere quei due figli per donna che consente l’equilibrio sociale. Le dirò di più, le famiglie numerose sono le più sostenibili sia a livello economico, in quanto nelle nostre famiglie non avanza niente e non ci sono sprechi, sia a livello sociale, in quanto nelle nostre famiglie ci si abitua subito alla relazione e alla condivisione, ma anche e soprattutto a livello ambientale, perché quello che dicono gli ambientalisti noi lo facciamo da una vita, come il risparmio dei consumi energetici che, dati alla mano sono nettamente inferiori rispetto ai single».
Quali proposte nei confronti della politica? Magari una in particolare che ritenete la più importante e che possa incidere sulla vita delle famiglie
«Guardi ce ne sono tante ma in particolare chiederei una legge specifica per le famiglie numerose, per togliere le tantissime iniquità che oggi viviamo quotidianamente, le cito ad esempio le tariffe a scaglione dei consumi energetici, che penalizzano proprio le famiglie che come le dicevo prima, sono paradossalmente quelle più sostenibili. Ci sono tante piccole iniquità che però messe insieme vanno a pesare sul bilancio familiare, che vanno eliminate per poter permettere alle famiglie di vivere in modo sereno. Se lei va in Francia vede tantissime famiglie con tre figli perché le famiglie numerose sono considerate la normalità e non sono penalizzate a livello fiscale, qui da noi è più probabile trovare una persona con tre cani».