L’Umbria guidata da Donatella Tesei ha una nuova legge regionale sulla famiglia. Con 15 voti a favore su 19 consiglieri presenti al voto, il Consiglio regionale ha appena approvato un provvedimento che i media hanno già presentato come «bomba politica-sociale-amministrativa» e che rispecchia anche l’impegno della consigliere regionale della Lega e vice presidente dell'Assemblea Legislativa Paola Fioroni, prima firmataria della Legge.
In effetti, in una regione che purtroppo detiene il record negativo della denatalità nel Belpaese (-42,5% di nascite dal 2008), solo un provvedimento «bomba» potrebbe cambiare le cose. Vediamo dunque di che cosa si tratta, a partire dalla portata economica di questa norma, tutt’altro che banale. Stiamo infatti parlando di una legge che mette in pista una somma ragguardevole – pari a 30 milioni di euro – da destinarsi a fondi resi strutturali e nuovi stanziamenti per sostenere la famiglia, con particolare attenzione ai minori ed alla formazione di nuovi nuclei familiari, attraverso la previsione di un piano triennale da predisporre a cura della Giunta Regionale sentito l’istituendo Dipartimento per la Famiglia.
Sbaglierebbe, però, chi pensasse ad un mero provvedimento economico, dal momento che esso si pone anche come un cambio di paradigma; prova ne è il riconoscimento – contenuto nella norma - della famiglia come unità fondamentale della società, con il bonus per i nuovi nati reso strutturale e il sostegno del ruolo genitoriale, delle famiglie numerose, monoparentali o in particolare stato di disagio, e della formazione di nuovi nuclei familiari; a quest’ultimo riguardo, la norma prevede un passaggio prezioso: quello del riconoscimento del valore sociale che esprimono le reti delle famiglie e, quindi, l’associazionismo familiare.
Non è un caso che la nuova normativa abbia il favore di una ricca e variegata rete di associazioni: Ass. AIGOC - Ass. Articolo 26 Umbria – Ass. Durante noi Umbria - Ass. Esserci per essere – Ass. Famiglia nel cuore - Ass. Family Day Umbria - Associazione Nazionale Famiglie Numerose Umbria –Ass. Persona&Persone - Centro Amore e Vita Foligno – Federvita Umbria e, naturalmente, anche noi di Pro Vita & Famiglia. Tra l'altro proprio una folta delegazione della nostra onlus è stata presente oggi davanti alla sede del Consiglieri Regionale dell'Umbria con manifesti e cartelli - insiema anche alla consigliera Fioroni - per manifestare il proprio appoggio e sostegno all'iniziativa legislativa.
Proprio ieri, infatti, alla vigilia del voto, Antonio Brandi – presidente della onlus – aveva commentato l’iniziativa politica come «coraggiosa e che andrebbe esportata in tutte le Regioni» poiché «prende di petto i drammatici effetti dell’inverno demografico». Anche oggi, a margine del voto favorevole, sempre Brandi ha espresso la sua soddisfazione: «è un passo in avanti storico per le famiglie umbre, perché finalmente un’amministrazione regionale mette al centro delle proprie politiche i bisogni reali delle famiglie. E’ infatti una svolta storica – ha ricordato - lo stanziamento di 30 milioni di euro per sostenere famiglie e minori e per promuovere la natalità e che la legge parli espressamente di “tutela della vita umana dal concepimento alla morte naturale”. Una novità altrettanto fondamentale è poi l’istituzione del Dipartimento per la Famiglia, presso la Direzione Sanità e Welfare e la realizzazione di Distretti famiglia che consentiranno “alle organizzazioni pubbliche e private di offrire servizi e interventi qualitativamente aderenti alle esigenze e alle aspettative delle famiglie”. Ora ci aspettiamo che la Regione – ha concluso - mantenga le promesse e trasformi in realtà e in azioni concrete tutto questo, così come gli altri bonus previsti dalla legge appena per nuovi nati, neo mamme, anziani, disabili, figli orfani, per lo studio e lo sport dei giovani e i sostegni alle reti e alle associazioni familiari».
Ma torniamo appunto alla norma e a ai contenti citati proprio da Brandi. Non solo famiglia, infatti, ma si fa un esplicito e storico riferimento anche ai nascituri e al fine vita. L’art. 2 della legge, infatti, reca modifiche all’articolo 296 della legge regionale 11/2015 e, tra le altre cose, asserisce che “La Regione […] potenzia le politiche sociali regionali mediante azioni nell'area della protezione sociale, dell'abitare, della salute, della tutela della vita umana dal concepimento alla morte naturale”. Dunque la famiglia – e tutte le vite – torna ad avere una centralità totale in Umbria e la legge fa sì che essa venga sostenuta in tutte le sue angolazioni e sfumature; di qui un sostegno alle genitorialità che – nella nuova legge – viene garantito anche in caso di separazione e divorzio, attraverso l'armonizzazione dei tempi di vita personale e professionale, per conciliare gli impegni familiari con l'attività lavorativa, rendendo strutturale il bonus neo mamme e promuovendo politiche di welfare aziendale. Vengono altresì previste forme di sostegno da un lato per la cura delle persone anziane, non autosufficienti e con disabilità con priorità al progetto di vita ed alla libertà di scegliere il proprio domicilio, e, dall’altro, alla genitorialità ed alla maternità, attraverso attività informativa completa a favore delle gestanti, nonché attività di orientamento, di sostegno psicologico e pratico nelle procedure necessarie ad ottenere l’adozione o l’affidamento familiare. Si prevedono altresì sostegni, attraverso l’istituzione di apposito fondo, in favore dei figli orfani di entrambi i genitori, e contributi per il diritto allo studio e per le attività sportive dei figli.
Ancora – oltre al rafforzamento dei servizi di mediazione familiare, mediante un esplicito riferimento alla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica – sono previste tre significative istituzioni: quella di Centri per le famiglie orientate a favorire la stretta integrazione tra servizi sociali, educativi, psico-pedagogici e sanitari, anche in raccordo con i consultori familiari, per promuovere la genitorialità e il ruolo sociale, educativo e di cura delle famiglie; del “fattore famiglia”, sperimentato quale specifico strumento integrativo dell’Isee per la definizione delle condizioni economiche e sociali che consentono di accedere agli interventi per la famiglia, come ad esempio la composizione e numerosità della famiglia e presenza disabilità o disagi psico fisico; infine, quella del Dipartimento per la famiglia - per rendere integrate, coerenti e condivise le politiche per il sostegno della famiglia – e del Distretto per la famiglia come strumento per l’integrazione sul territorio di tutte le organizzazioni, gli enti che possono lavorare in sinergia per le politiche familiari.
Inutile ribadire, a questo punto, come la batteria di interventi della normativa umbra sia davvero imponente, diversificata e lungimirante. A quest’ultimo proposito, è bene ricordare come, purtroppo, l’inverno demografico non possa essere in alcun modo contrastato in tempi brevi, per il semplice fatto che esso stesso non è in tempi brevi bensì in decenni che si è imposto sulla scena; tuttavia, anzi proprio per questo, da qualche parte bisogna pur iniziare, per invertire la tendenza. E sicuramente la direzione in cui si pone la nuova legge dell’Umbria è quella giusta.