«In Italia, le famiglie con minori (sia quelle povere, sia quelle non povere) sono penalizzate rispetto all’accesso alle cure e, per ragioni economiche, sono costrette a perseguire strategie di rinuncia o di rinvio delle cure in misura superiore alle altre», ha dichiarato Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus.
Il comunicato stampa dell’associazione ci mostra i dati sconvolgenti emersi dal “7° Rapporto - Donare per curare: Povertà Sanitaria e Donazione Farmaci”, promosso anche da «BFResearch e realizzato - con il contributo incondizionato di IBSA - dall’Osservatorio sulla Povertà Sanitaria».
«Nel 2019, 473.000 persone povere non hanno potuto acquistare i farmaci di cui avevano bisogno per ragioni economiche», mentre «la quota totalmente a carico dei cittadini (cioè non coperta dal SSN) è passata, tra il 2016 e il 2018 dal 37,3% al 40,3%».
Tutto ciò, oltre al fatto che potrebbe suscitare indignazione in chiunque, tocca profondamente i temi principali della nostra Pro Vita e Famiglia Onlus. Come associazione, ci siamo sempre impegnati a riaffermare il valore della vita di ogni persona, dal concepimento alla morte naturale, specialmente dei più deboli.
La “povertà sanitaria” sta scoraggiando non solo le famiglie colpite dall’indigenza, ma anche tutte le altre famiglie, nel sostenere le spese delle cure, specialmente in presenza di minori nel nucleo familiare. Le famiglie povere con figli «nel 40,6% dei casi […] per ragioni economiche, hanno limitato la spesa per visite mediche e accertamenti periodici di controllo preventivo», mentre quelle non povere con figli nel 20% dei casi e quelle senza figli nel 18,3%.
Riflettiamo: per la cura dei denti, le famiglie povere possono spendere «solo 2,19 euro al mese, contro 31,16 euro del resto della popolazione».
Insomma, in Italia c’è crisi demografica e invece di agevolare le spese delle famiglie per incentivare le nascite si cercano modi alternativi per far fronte al problema, mentre chi ha figli non viene messo neanche in condizione di poterli curare.
In Italia le cure costano per anziani, malati e disabili (persino bambini). E di cosa ci si preoccupa? Di legalizzare eutanasia e suicidio assistito. E certo, la morte risolve alla radice il problema delle spese sanitarie, ma meglio far sembrare che le leggi sul fine vita siano “per compassione”, piuttosto che per risparmio. “Bel” modo di rispondere alla sofferenza della gente e al loro grido di aiuto.
E meno male che la «Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia (New York, 20 novembre 1989) […] riconosce al minore il diritto “di godere del miglior stato di salute possibile” (art. 24)».
di Luca Scalise