Gianluca Pietrosante, classe 1992, giornalista e professore di storia e filosofia. Sposato da due anni con Irene, ha un figlio di quasi un anno, di nome Tommaso. E’ candidato nella lista di Fratelli d’Italia per le prossime comunali a Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza, in Veneto ed è consigliere comunale uscente.
I temi, i valori e i princìpi espressi nel Manifesto di Pro Vita & Famiglia sono da molti considerati divisivi e “politicamente scorretti”. Perché ha deciso di sottoscrivere il Manifesto e che ruolo hanno questi valori nella sua vita ed esperienza politica?
«Perché la politica deve ritornare a non essere succube delle ideologie moderne e post moderne (politicamente corretto), bensì ad apprezzare il reale e quindi il bene ed il vero. In questo caso deve incarnare tematiche naturali quanto insite all’essere umano, ovvero la vita senza compromessi e tentennamenti, tenendo in considerazione i valori e la visione della Tradizione, che rispondono alla Legge Naturale».
In che modo, nella sua passata esperienza personale, professionale o politica, lei ha già avuto modo di spendersi concretamente per i valori e princìpi espressi nel Manifesto?
«Innanzitutto sposandomi e, grazie a Dio, con l’arrivo di Tommaso. Pubblicamente, ogni politico, dal consigliere comunale all’europarlamentare, deve dare il buon esempio: non in salsa puritana e quindi di facciata, ma incarnando i valori della Tradizione, attuarli concretamente a partire dal proprio focolare domestico. Così è più facile combattere per il Vero, senza che i nemici di Cristo possano attaccare con le solite invettive. Poi, ogni giorno mi batto per i valori espressi nel manifesto, anche attraverso la mia attività di giornalista e scrittore».
Scelga un punto del Manifesto sottoscritto che riterrebbe prioritario affrontare se eletto o rieletto e ci spieghi che cosa proporrebbe, concretamente, per dargli attuazione politica e legislativa.
«Tutti, ma il punto 1E è un tema su cui voglio battermi. Il calo demografico è un dramma sociale, e l’aborto è la prima causa di questo inverno demografico. Bisogna far in modo che le istituzioni, anche quelle comunali, creino uno sportello per far sì che tutte quelle donne non facciano l’empia scelta. A volte si dà questo pseudo diritto come una prassi dogmatizzata quanto naturale, invece bisogna fare in modo di offrire delle alternative, psicologiche e materiali serie. D’altronde anche l’iniqua legge 194 lo dice. L'aborto come cultura di morte l’ho ribadito a mezzo stampa, così come l'ideologia gender, subendo volentieri la forca mediatica».
Lei ha già svolto la carica per cui si sta oggi ricandidando. Quali azioni concrete lei o il suo gruppo avete messo in campo negli ultimi cinque anni della legislatura uscente?
«Ho fatto una mozione contro l’infausto DDL Zan votata a favore della mia maggioranza. Intervenne persino lo stesso A. Zan contro questo mio atto. Ho anche proposto un Ordine del Giorno, votato all’unanimità, a favore della natalità. Sempre per le famiglie, ho proposto una mozione contro il caro bollette 2022, votata anche questa all’unanimità: successivamente la Giunta predispose dei bandi per aiutare le famiglie in difficoltà. Inoltre ho organizzato negli anni convegni e conferenze con Vostri esponenti».
Cosa pensa sia fondamentale fare, se verrà eletto, nei prossimi cinque anni, per dare attuazione alle politiche e ai princìpi espressi nel Manifesto?
«Continuare sulla scia di quanto fatto nei passati cinque anni ed aiutare le famiglie nella gestione dei figli, conciliando casa e lavoro, oltre che attuare una politica culturale che incentivi la bellezza della famiglia: una martellante propaganda di stampo gnostico e dunque progressista, non ha fatto altro che distruggere il senso della famiglia filosoficamente e legalmente».
Oltre ai valori e princìpi espressi nel Manifesto sottoscritto, su quali specifiche sfide, misure e iniziative ritiene in assoluto più urgente concentrarsi in ambito locale?
«La lotta al gender nelle scuole».