15/11/2024 di Giuliano Guzzo

Pro Vita & Famiglia di nuovo in campo per le elezioni regionali 2024

In Italia nei prossimi giorni ci sarà un importante appuntamento elettorale, benché di carattere regionale. Domenica 17 e lunedì 18 novembre, infatti, in Emilia Romagna e in Umbria i cittadini saranno chiamati a scegliere i loro rispettivi presidenti della Regione e a rinnovare il consiglio regionale. In entrambe i casi i seggi resteranno aperti domenica dalle ore 7 alle 23, e lunedì dalle 7 ore alle 15. Il voto di queste due regioni, che segue solo di poche settimane quello tenutosi in Liguria, è seguito con particolare attenzione a livello nazionale. Non sfugge ad alcun osservatore, infatti, come nessuna elezione sia davvero e solo regionale, dato che ogni chiamata dei cittadini alle urne costituisce – anche per la politica nazionale – un test.

 

Un importante test elettorale

Non solo. Ogni tornata elettorale costituisce anche l’occasione per premiare o meno alleanze, coalizioni e candidati che, sui valori fondamentali della vita, della famiglia e della libertà educativa, si assumono determinati impegni. Da questo punto di vista, sono anni che Pro Vita & Famiglia in occasione delle ricorrenze elettorali sottopone i propri valori ai candidati. Un esempio virtuoso è quanto è avvenuto con le elezioni Europee tenutesi lo scorso giugno, che hanno visto Pro Vita & Famiglia proporre ai candidati uno specifico manifesto valoriale. Impegno che è stato un successo, con l’elezione di 20 eurodeputati e la conseguente apertura di un Dipartimento “Unione Europea” della stessa onlus, che si impegnerà nell’analisi dei processi e dei progetti normativi europei.

 

Adesioni al manifesto

Tornando alle imminenti elezioni regionali in Umbria e Emilia-Romagna, anche in questa occasione Pro Vita & Famiglia ha proposto un manifesto ai candidati. In Umbria il manifesto valoriale di Pro Vita & Famiglia è stato sottoscritto in primis dalla candidata presidente del centrodestra Donatella Tesei, ma anche da Paola Fioroni (Lega), Matteo Giambartolomei (FdI), Marco Cesaro (FdI), Federica Montagnoli (Lega), Saimir Zmali (Tesei presidente), Michele Toniaccini (Noi Moderati), Francesca Mele (Lega), Anna Rita Domani (Umani. Insieme liberi), Edi Chicchi (Noi Moderati), Michela Giuliani (Lega), Manuela Puletti (Lega), Fabrizio Gareggia (Lega), Francesca Peppucci (Forza Italia) e altri candidati i cui nomi è possibile leggere QUI. Da segnalare come, in Umbria, anche un altro candidato alla carica di Presidente ha sottoscritto il documento, ovvero Giuseppe Tritto, sostenuto dalla Lista Civica “Umani. Insieme Liberi”. In Emilia Romagna, invece, il manifesto è stato firmato dai seguenti candidati (QUI l’elenco completo): Matteo Di Benedetto (Lega), Simone Pelloni (FdI), Alessandra Basso (Lega), Francesco Sassone (FdI), Giovanni Bertoldi (Lega), Isabella Albertini (Lega), Roberto Buda (Forza Italia), Marta Evangelisti (FdI), Guya Bonaga (Lega), Luigia Santoro (Lega), Maria Alessandra Molza (Forza Italia), Mirko De Carli (Lega), Nicola Vacchi (Fdi), Luca Cuoghi (FdI), Michele Gandolfi (Lega), Priamo Bocchi (FdI).

 

I punti del manifesto

Il fatto che decine di candidati – ad oggi oltre 40 - sia in Umbria sia in Emilia Romagna, abbiano sottoscritto il manifesto di Pro Vita & Famiglia rappresenta, in vista del voto che si terrà domenica e lunedì prossimi, da un lato una confortante conferma di quanto la onlus sia oggi ormai ascoltata lungo la penisola – anche nel mondo delle istituzioni -, dall’altro accresce la possibilità, per chi abbia a cuore determinati valori, di incidere sulla scena politica del nostro Paese, non solo fermando certe derive ideologiche ma anche portando avanti proposte concrete che vadano nella direzione opposta. Il Manifesto elettorale, infatti, impegna i firmatari, se eletti, a svolgere le loro funzioni in accordo con i valori delle associazioni su sei fronti: la difesa della vita dal concepimento alla morte naturale; il sostegno e il rafforzamento delle politiche per la famiglia; il contrasto all’utero in affitto; la promozione della libertà educativa dei genitori; lo stop a finanziamenti pubblici a iniziative che portano avanti l’ideologia gender e Lgbtqia+; il contrasto all’iper-sessualizzazione e all’iper-digitalizzazione dei minori.

 

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