Maurizio Marrone, classe '82, attuale Assessore della Regione Piemonte, è ri candidato con Fratelli d’Italia per la carica di consigliere regionale. Laureato in Giurisprudenza e dottore di ricerca in Diritto pubblico. Dal 2006 al 2011 consigliere presso la IV Circoscrizione di Torino e dal 2011 al 2016 consigliere comunale di Torino. Dal 2014 al 2017 consigliere regionale d'opposizione e nel 2019, con la vittoria del centrodestra, confermato per la seconda volta diventando consigliere di maggioranza. Dal 2020 Assessore della Regione Piemonte alle Politiche Sociali e dell’integrazione socio-sanitaria, Delegificazione e semplificazione, Rapporti con il Consiglio regionale, Emigrazione, Cooperazione internazionale, Opere post-olimpiche.
I temi, i valori e i princìpi espressi nel Manifesto di Pro Vita & Famiglia sono da molti considerati divisivi e “politicamente scorretti”. Perché ha deciso di sottoscrivere il Manifesto e che ruolo hanno questi valori nella sua vita ed esperienza politica?
«Credo che i valori non negoziabili vadano difesi come dovere di civiltà, senza prestare orecchio a che invece attacca dal fronte opposto. In Piemonte, grazie al lavoro svolto in questi cinque anni nella giunta di centrodestra, molti dei punti promossi dal Manifesto sono già realtà e sono sicuro che in caso di nostra riconferma potranno trovare terreno fertile anche in futuro»
In che modo, nella sua passata esperienza personale, professionale o politica, lei ha già avuto modo di spendersi concretamente per i valori e princìpi espressi nel Manifesto?
«Il Manifesto pone al centro l'istituzione di un Fondo per la Vita Nascente, quel punto, in particolare, in Piemonte è realtà dal 2022, perché ho istituito il Fondo regionale Vita Nascente con una dotazione di 1,5 milioni di euro. Da sempre sono in prima fila per la difesa della Vita, della famiglia ed il contrasto all'ideologia gender, convinto che la nostra società debba ripartire dai legami comunitari primari».
Scelga un punto del Manifesto sottoscritto che riterrebbe prioritario affrontare se eletto o rieletto e ci spieghi che cosa proporrebbe, concretamente, per dargli attuazione politica e legislativa.
«Scelgo il Punto 5 perché ritengo centrale il tema della Natalità. Un paese che non fa più figli è un paese che non ha futuro. Nel programma del centrodestra per le elezioni regionali del Piemonte ho voluto che venisse appositamente inserito un paragrafo su famiglie e natalità. Il Fondo Vita Nascente diventerà una misura strutturale, alzando l’asticella dei risultati e potenziando il proprio raggio di intervento. Non più solo interventi nei confronti di donne in difficoltà socio-economica, ma un articolato sistema di sostegno alla famiglia e alla libertà di non dover scegliere tra lavoro e genitorialità, con interventi a sostegno di tutte le madri e coppie: welfare aziendale, servizi di consulenza, formazione finanziaria, nidi, asili, baby-kit, ascolto e supporto psicologico».
Lei ha già svolto la carica per cui si sta oggi ricandidando. Quali azioni concrete lei o il suo gruppo avete messo in campo negli ultimi cinque anni della legislatura uscente?
«In questi cinque anni di governo ho utilizzato le risorse Anti-discriminazione della Regione Piemonte per sostenere importanti progetti delle associazioni disabili, a differenza di quanto avveniva con la passata giunta di sinistra, quando queste risorse venivano utilizzate per corsi “arcobaleno”. Ho impedito che in Piemonte la pillola Ru486 venisse somministrata nei consultori, come invece avrebbe voluto fare l'ex ministro Speranza. Ho istituito il già citato Fondo Vita Nascente, che mettendo risorse a disposizione della associazioni di tutela materno-infantile, in un solo anno ha aiutato 478 madri e coppie nel far nascere i loro bambini».
Cosa pensa sia fondamentale fare, se verrà eletto, nei prossimi cinque anni, per dare attuazione alle politiche e ai princìpi espressi nel Manifesto?
«Credo si debba continuare a tradurre in azioni concrete di governo i principi espressi. Per farlo sarà necessario non fare passi indietro nonostante le critiche degli avversari, ed allo stesso tempo mantenere un contatto diretto di dialogo con le realtà che ogni giorno si impegnano direttamente a difesa dei valori e della Vita».
Oltre ai valori e princìpi espressi nel Manifesto sottoscritto, su quali specifiche sfide, misure e iniziative ritiene in assoluto più urgente concentrarsi in ambito locale?
«La famiglia deve tornare al centro. Occorre immaginare un modello che veda il nucleo fondante della nostra società finalmente valorizzato. C'è tanto da fare, nel mondo del Welfare, della Sanità, del Lavoro, della Cultura...I veri cambiamenti richiedono un lavoro costante e strutturale, per questo motivo spero di poter continuare nel percorso intrapreso in questi anni».