Nonostante il dilagare della pratica e i tentativi più o meno riusciti di legislazione dell’eutanasia, soprattutto nel Nord Europa e nel Nord America, siamo lieti di apprendere da Nation Right to Life http://www.nationalrighttolifenews.org/news/2014/02/royal-college-of-general-practitioners-maintains-its-strong-opposition-to-any-change-in-the-law-to-allow-assisted-dying/ che il Royal College of General Pratictioners del Regno Unito (cioè l’organizzazione accademica dei medici di famiglia), ha nettamente e decisamente respinto qualsiasi forma di apertura verso la morte procurata o il suicidio assistito.
Il fatto che il RCGP abbia deliberato di mantenere una posizione di ferma opposizione a qualsiasi normativa che voglia legalizzare una pratica in tal senso è importante perché tali proposte di legge sono in agenda sia presso il parlamento inglese che presso quello scozzese.
L’ultima volta che il RCGP ha dato un parere in tal senso è stato nel 2005: da allora molti nuovi medici sono entrati a far parte dell’Ordine e quindi è sembrato giusto riconsiderare la questione intervistando anche questi ultimi.
Parere contrario a qualsiasi forma di eutanasia è stato dato da quasi l’80% dei dottori.
Leggere questo comunicato stampa è stato un sollievo, perché anche dal Servizio Sanitario Nazionale del Regno Unito ci erano giunte notizie aberranti, tipo quella di voler consentire il rimborso di certe cure solo a soggetti socialmente utili e produttivi.
di Francesca Romana Poleggi