Una delle caratteristiche della democrazia è la libertà di parola e dunque di manifestazione del pensiero e di opinione. Eppure gli abortisti, che tanto si vantano di essere democratici, sono i primi a negare tutto ciò. Se, infatti, si prova a dissentire su qualcosa che affermano o se si sostiene qualcosa di contrario al loro pensiero, si viene come minimo censurati.
Non sono pochi, infatti, gli episodi in cui i manifesti pro life sono stati oggetto di censura e vilipendio e Pro Vita & Famiglia ne sa più di qualcosa. Ed ora, spiega un articolo di Life News, è la volta di un manifesto pro life in Canada.
Esso mostra l’immagine di una donna incinta e affianco la stessa donna dopo aver partorito, con il bambino in braccio. Il messaggio è il seguente: «Il nostro diritto alla vita non dipende dalla posizione». È assurdo, infatti, non riconoscere lo stesso diritto alla vita ad un bambino nel grembo materno e ad uno appena nato.
Ebbene, il manifesto, più volte vandalizzato nel tempo in cui è durata l’affissione, ha scatenato anche la dura reazione dei gruppi abortisti canadesi, i quali hanno denunciato la Kelowna Right to Life Society, l’associazione che ha realizzato il manifesto, perché con esso avrebbero dato una falsa immagine del “diritto” all’aborto in Canada, come se esso fosse legale fino al tempo del parto.
Ma, effettivamente, non vi sono limiti alla possibilità di abortire in Canada, quindi i pro life stanno denunciando un problema reale. Si pensi infatti al caso di una donna che in Canada abortì suo figlio alla trentacinquesima settimana di gravidanza.
Eppure, accusata anche di offendere le donne che hanno abortito (e dove sarebbe l’offesa in quella frase?), la Kelowna Right to Life Society ha dovuto rimuovere il manifesto. Insomma, i “democratici” e “tolleranti” sembrano non avere altro obiettivo che imbavagliare i pro life e non sono contenti finché non restano gli unici a poter parlare.
Luca Scalise