Da poco l’assegno unico per le famiglie è stato approvato ma ci sono delle criticità, come per esempio il fatto che l’assegno unico, fino al 21 esimo è collegato all’Isee e questo potrebbe costituire un problema per molte famiglie. Criticità, peraltro, sottolineate anche da Mario Sberna, Presidente di Famiglie Numerose.
Quali sono le vostre perplessità in merito all’assegno unico?
«Noi abbiamo espresso delle perplessità, innanzitutto dovute al fatto che viene denominato “assegno unico universale” ma di universale non ha un bel niente. Quindi già questo è un nominare una cosa per l’altra. Non essendo universale, vuol dire che non va a tutti i figli che nascono. Basterebbe dire la verità. Questo è un problema che riguarda soprattutto noi, famiglie numerose, perché rivela uno scarso interesse a sostenere la natalità. L’altro aspetto è quello prettamente economico: mi sembra che i soldi che stiano girando siano sempre gli stessi, solo che gli si dà un nome diverso. Perché se si va a coinvolgere anche le partite iva, per cercare di allargare, di dare un minimo di senso all’accezione “universale”, ovviamente devi metterci molti più soldi: le partite iva sono due milioni di famiglie almeno e quindi bisogna metterci più dei tre miliardi che sono stati versati adesso, per fine luglio. L’ultima cosa è che togliendo le detrazioni, probabilmente, le partite iva ricevono di meno rispetto a quello che hanno adesso. Nel senso che, fino ad ora, non ricevevano un assegno familiare, ma ricevevano le detrazioni che avevano indipendentemente dal reddito: per ogni figlio detrai 900 euro (per il primo) 950 per gli altri e una parte in meno che non fa il nero, che fa le cose in chiaro, non prenderà mai 80 euro a figlio, al mese, di assegni familiari. Questo sembra un modo quasi per punire chi ha messo al mondo i figli. Ci troviamo in una seria difficoltà. Non soltanto noi, ma tutti quelli che hanno analizzato le conseguenze dell’assegno unico, rilevano che una parte consistente delle famiglie non metterà un soldo in più. Tutto questo ragionamento non vale dal primo luglio, perché, dal primo luglio, vengono lasciate intoccate detrazioni e bonus e questi tre miliardi che arrivano adesso, sono effettivamente tre miliardi in più per i figli. Il problema è per il primo di gennaio, dove la legge - delega, dice che i decreti attuativi devono essere fatti togliendo tutte le detrazioni e i bonus. Questi tre miliardi di adesso sono fatti senza guardare la legge- delega, ma dal primo di gennaio, la guarderà eccome e nel guardarla, sarà un martirio per molte famiglie. Semplicemente, in questi mesi si farà vedere la polpa e poi resterà l’osso».
Cosa si può fare di più? Di cos’altro hanno bisogno le famiglie in particolare, quelle numerose?
«Secondo me bisognerebbe ritornare a quella che è stata la proposta del Forum delle Associazioni Familiari, per anni, che è stato il fattore famiglia: non l’hanno capito i politici, perché lo consideravano complicato. Fattore familiare vuol dire che prendi una parte del reddito che consideri vitale per la sopravvivenza di una persona, potremmo prendere, per esempio, la soglia di povertà relativa secondo l’Istat e questa soglia di povertà relativa, per ogni persona della famiglia, non viene passata e così si sono risolti tutti i problemi. Se io prendo ad esempio 3000 euro lordi, al mese di stipendio, sono 35.000 l’anno, anzi, mettiamo che siano 30.000, se siamo in cinque, ma va bene anche in due, considerato che la soglia di sopravvivenza oggi, stabilita dall’Istat è 6.500, quelli non me li tassi. Per cui dei 30.000, 18.000 non me li tassi. Se siamo in 6 non mi tassi niente, così come avviene in Francia. Se è così semplice, non capisco perché non si faccia».