I bambini nel grembo materno a volte non sono degni d’esser chiamati bambini. I termini scientifici si sprecano: morula, blastocisti, embrione, feto...
Sono termini molto utili – per chi non fa il medico nell’esercizio delle sue funzioni – per “disumanizzare” quei piccoletti, quando si parla di aborto, di ingegneria genetica e di fecondazione artificiale.
Invece sono bambini: avete mai sentito una donna annunciare: “Caro, aspetto una blastocisti!”, oppure piangere: “Ho perso il feto!” ?
E d’altra parte la scienza ne scopre ogni giorno una nuova.
Hanno scoperto che i bambini in grembo già imparano il linguaggio e sono in grado di distinguere le lingue straniere: attraverso un sofisticato sistema di elettrocardiogramma (dei biomagnetometri fetali) hanno dimostrato che il bimbo nel grembo reagiva in modo diverso quando la mamma parlava inglese e quando parlava giapponese...
E quelli che pensano di dover aspettare i 2 o 3 anni per capire se i bambini sono destrorsi o mancini (la qualcosa dipende dall’organizzazione del sistema cognitivo), sappiano che ci sono studi che rilevano il mancinismo dei bambini in grembo, da quando cominciano a succhiare il pollice, all’incirca a 10 settimane dal concepimento (quando l’aborto è legale, a richiesta, senza se e senza ma).
Spiega LifeNews che i movimenti coordinati delle mani dei bambini iniziano a sole 8 settimane dal concepimento (l’età gestazionale di 10 settimane) e di lì a poco l’85% dei bambini mostrano di preferire il braccio destro al sinistro. Ciò ha indotto i ricercatori (provenienti dai Paesi Bassi e dal Sudafrica) ad avanzare l’ipotesi che il mancinismo è determinato da meccanismi connessi al midollo spinale, piuttosto che dal cervello (che a quell’età gestazionale non è ancora abbastanza formato).
Insomma, bisogna smetterla di parlare di feti ed di embrioni: chiamiamoli bambini. Cominciamo a lavorare sulle parole e contrastiamo la neolingua che è il primo degli strumenti di propaganda della cultura della morte.
Redazione
AGISCI ANCHE TU! FIRMA LE NOSTRE PETIZIONI