Sono tanti, in Italia, i genitori di bambini non nati: bambini concepiti, che hanno vissuto un periodo più o meno lungo nella pancia della loro mamma, ma che poi non hanno visto la luce, per i motivi più disparati.
Come scrivevo recentemente, la morte di questi bambini – anche nel caso di un aborto spontaneo – si configura come un “lutto prenatale”, che va elaborato dalla mamma e che non va trascurato. Inoltre, ricordavamo anche che il 15 ottobre è la Giornata mondiale della consapevolezza del lutto perinatale, momento in cui tanti genitori hanno avuto modo di ricordare – con una candela, con un fiore, con una preghiera – i loro bambini non nati.
In questa giornata, durante la quale la Chiesa ricorda i Morti, vogliamo ritornare sul tema e dedicare un ricordo a tutte queste piccole vite. E soprattutto riportare l’attenzione su tutti i bambini che vengono uccisi dall’aborto volontario, che si contano nella terribile cifra di un morto ogni cinque minuti. Un vero e proprio genocidio.
Bambini non nati: la targa per Aurora
Tra i genitori dei bambini non nati ci sono anche mamma Luana e papà Andrea, che per ricordare la loro Aurora – arrivata fino al quinto mese di gravidanza – hanno chiesto e ottenuto di poter installare nel grande prato della Fagianaia Reale nel Parco di Monza un tavolo e due sedie in legno con la targa: «Alla nostra stellina Aurora. Mamma Luana e papà Andrea».
Si tratta di un gesto semplice, ma concreto e utile sia sotto il profilo psicologico, sia perché testimonia come la vita sia tale fin dal momento del concepimento, e non dal terzo mese di gestazione o addirittura dalla nascita, come vorrebbero taluni.
Bambini la cui vita appare invisibile, piccola e fragile ma che va ugualmente tutelata e ricordata. Lo dobbiamo a loro, ai loro genitori e parenti... ma anche alla nostra umanità, sempre più nel mezzo della tempesta.
Teresa Moro
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