29/12/2015

Bataclan (per non dimenticare)

Non è certo, quella che segue, una poesia di Natale. In questi giorni di festa, però, non possiamo dimenticare il Bataclan che possiamo considerare simbolo l’emblema delle vittime dell’odio, della violenza, della guerra, che sono – ahinoi – vittime anche del nichilismo imperante. 

Pubblichiamo allora questi versi che ci ha inviato un amico di vecchia data di questa Redazione insieme ai suoi auguri per un Natale “pieno”. Ma che non sia “pieno di niente”.

Bataclan

Nel vicolo giallo

Tre sagome nere

Pendono da due finestre.

Il secolo continua

come ha cominciato,

ma la viltà progredisce

ogni giorno.

Parole falsa-moneta

Scacciano la buona,

e ormai ignoriamo chi siamo

ma neanche vogliamo saperlo.

Non più cristiani né marxisti,

solo nichilisti tristi

del venerdì sera.

Ma come dipingere

Sulla bandiera il week-end?

Morire per la disco?

Morire per il pub

Levando alto il boccale?

Morire per il maiale,

combattere per il serrano

a colpi di colpi di mano?

Combattere per la pizza,

morire ppe ra sazizza?

Per elmo lo scolapasta,

bandiera nera con piatto di pasta?

Neppure si può pensare

Un battaglione gayardo

Che affronti qualsiasi dardo

-Compagno legato al compagno,

la morte come un guadagno.

E il tiranno non è più il malfattore

Né la mediocrità

Ma la sola sola viltà.

Rodolfo Granafei

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