Non è certo, quella che segue, una poesia di Natale. In questi giorni di festa, però, non possiamo dimenticare il Bataclan che possiamo considerare simbolo l’emblema delle vittime dell’odio, della violenza, della guerra, che sono – ahinoi – vittime anche del nichilismo imperante.
Pubblichiamo allora questi versi che ci ha inviato un amico di vecchia data di questa Redazione insieme ai suoi auguri per un Natale “pieno”. Ma che non sia “pieno di niente”.
Bataclan
Nel vicolo giallo
Tre sagome nere
Pendono da due finestre.
Il secolo continua
come ha cominciato,
ma la viltà progredisce
ogni giorno.
Parole falsa-moneta
Scacciano la buona,
e ormai ignoriamo chi siamo
ma neanche vogliamo saperlo.
Non più cristiani né marxisti,
solo nichilisti tristi
del venerdì sera.
Ma come dipingere
Sulla bandiera il week-end?
Morire per la disco?
Morire per il pub
Levando alto il boccale?
Morire per il maiale,
combattere per il serrano
a colpi di colpi di mano?
Combattere per la pizza,
morire ppe ra sazizza?
Per elmo lo scolapasta,
bandiera nera con piatto di pasta?
Neppure si può pensare
Un battaglione gayardo
Che affronti qualsiasi dardo
-Compagno legato al compagno,
la morte come un guadagno.
E il tiranno non è più il malfattore
Né la mediocrità
Ma la sola sola viltà.
Rodolfo Granafei