A pochi giorni dal ballottaggio per l'elezione a Sindaco di Roma, appare sempre più netto il divario tra i due candidati - Enrico Michetti e Roberto Gualtieri - per quanto riguarda le priorità da dare ai temi etici come Famiglia, Vita e libertà educativa dei genitori.
Enrico Michetti, dal canto suo, ha preso con i romani un netto impegno antigender. «Eviteremo che nelle scuole si faccia promozione della teoria gender e del tema dell’utero in affitto», recita infatti un passaggio del suo programma, «intendiamo fermare l’indottrinamento dei bambini, restituendo alle famiglie il diritto di orientare la formazione dei loro figli». Come sappiamo il candidato a Sindaco del centrodestra ha appoggiato e condiviso il Manifesto valoriale che Pro Vita & Famiglia e l'Associazione Family Day hanno proposto a moltissi candidati. Michetti, inoltre, ha espressamente previsto nel suo programma elettorale l'istituzione della Giornata della Vita Nascente e la candidatura di Roma quale città pro-life, così come ha previsto le Culle per la Vita, la libertà educativa per l'accesso agli asili nido e anche l'iniziativa delle farmacie "amiche" dell'allattamento.
Per il candidato del Pd Gualiteri, invece, parlano chiaramente le 136 pagine del suo programma, dove non solo la sigla Lgbt ricorre una quindicina di volte, ma sono pure presenti impegni quali «l’Istituzione dell’ufficio delegato ai temi LGBT+». Il candidato dem, inoltre, ha promesso l'adezione di Roma alla Rete Re.A.Dy e, fatto ancora più eclatante, ha aperto implicitamente - e neanche troppo - alla pratica dell'Utero in Affitto, con la promessa di politiche inclusive Lgbt "in ambito anagrafico". Infine, nell'intero programma, non sono mai - neanche una volta - presenti parole o termini quali "mamma", "papa", "madre", "padre", ecc.