Caro Stefano,
avevamo già parlato di te che, 46enne, soffri per il degenerare della tua distrofia muscolare, che sin dall'età di 14 anni ti costringe su una sedia a rotelle. Avevamo già parlato della tua paura che, in assenza della persona che ti segue, si stacchi il respiratore e della tua decisione, quindi, di voler andare a morire in Svizzera.
Su Il Mattino di Padova abbiamo letto che ti stai iniziando ad attivare in tal senso: «non ho mai potuto decidere nulla nella mia vita, ma come morire posso. Ho preso contatti con una clinica in Svizzera, là per morire ci vogliono 10 mila euro, quelli che mi mancano li chiederò agli amici oppure attiverò una raccolta fondi. Ho già avviato le prime pratiche».
Oggi è il 24 dicembre, la Vigilia di Natale, e noi di Pro Vita e Famiglia Onlus non possiamo non pensare a te, non possiamo non rivolgerti un saluto e un incoraggiamento a vivere.
«Che vita è questa? […] con la pensione che mi passano riesco a malapena a pagare le tasse e una badante che stia con me la mattina e la notte», hai dichiarato.
La tua sofferenza è indubbiamente molto grande e difficile da attraversare ed è tale da averti indotto a chiedere la morte. Ma tu meriti di meglio. Meriti di essere aiutato a vivere, non a morire. Le gravi condizioni in cui verti e la mancanza di risorse sufficienti a consentirti un'assistenza continua, quella di cui avresti bisogno, rappresentano un fatto grave.
Non è giusto che, chi si trova in una situazione come la tua, sia lasciato solo ad affrontare una distrofia degenerativa. Non è giusto che la "compassione" dei media e dell'opinione pubblica li spinga solo a presentare l'eutanasia o il suicidio assistito come il tuo presunto "migliore interesse". Non è giusto che ti venga data un'unica opzione, quella di andare in Svizzera, che tu venga aiutato a porre fine alla tua vita e non, invece, a continuare a vivere con tutte le attenzioni e la vicinanza di cui hai bisogno.
Caro Stefano, meriti di meglio ed è giusto che ti sia dato il meglio, che le istituzioni si occupino di aiutare sempre chi è nel dolore, di garantirgli cure adeguate e assistenza sanitaria, psicologica ed economica più accessibile. Perché, come spiegavamo quando parlammo di te per la prima volta, «il malato, il disabile, il sofferente non deve essere considerato un peso sociale, un costo dispendioso e improduttivo, ma una persona, un uomo dalla dignità inestimabile e incrollabile».
Pro Vita e Famiglia Onlus è con te ed è nata per difendere il diritto alla vita di ciascuno, anche il tuo.
Ti siamo vicini.
di Luca Scalise