Il destino della piccola Tafida Raqeeb - la bambina di cinque anni, ricoverata in stato di minima coscienza al London Royal Hospital, a cui i medici vogliono sospendere la ventilazione artificiale – potrebbe essere deciso in questi giorni.
Ieri, infatti, l’Alta Corte di Londra ha dato il via ai cinque giorni di udienze che decideranno il futuro di Tafida. Il giudice Alistair Mac-Donald dovrà decidere al termine del procedimento se acconsentire, o meno, alla richiesta dei genitori di trasferire Tafida presso l’istituto pediatrico Giannina Gaslini di Genova che, nei mesi scorsi, si è offerto di prendersi cura della piccola paziente.
I genitori di Tafida, al loro ingresso in tribunale, hanno fatto vedere ai molti cronisti presenti le immagini della figlia, in particolare risalenti a ieri mattina. «Guardatela com’era vigile», ha affermato la madre. «Non avrei mai pensato», ha spiegato, «che sarei dovuta arrivare in tribunale per difendere mia figlia, ma ormai gliel’ho promesso: la porteremo in Italia».
L’odissea della bambina ricorda i casi dei piccoli Charlie Gard e Alfie Evans, ma un elemento di differenza che potrebbe essere preso in considerazione dal Tribunale, in questo caso, è la fede musulmana della famiglia Raqeeb. I legali dei genitori di Tafida, infatti, puntano a rivendicare il diritto al trasferimento in un Paese che tuteli, dal punto di vista medico, «i precetti della religione di appartenenza della bambina».
Un dettaglio che, appunto, potrebbe rivelarsi fondamentale poiché, come riporta Avvenire, la religione islamica non contempla alcuna forma di interruzione delle terapie se non nei casi di dichiarata morte cerebrale, condizione che non riguarda la piccola Raqeeb.
di Salvatore Tropea