Con un nuovo decreto, il governo Draghi ha introdotto, dal 1° luglio 2021, l’assegno unico per figlio, che verrà versato mensilmente ai genitori a partire dal settimo mese di gravidanza, fino al diciottesimo anno di età, con maggiorazioni specifiche dal terzo figlio in su, per i disabili, le famiglie monogenitoriali e quelle a basso reddito. L’ importo è di circa 250 euro ma la cifra è attualmente in via di definizione. Una vittoria, come l’ha definita il Forum delle Associazioni Familiari, nonostante alcuni recenti disguidi nella riscossione del sussidio. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Emanuela Ciccarelli vicepresidente del Forum delle Associazioni Familiari.
L’assegno unico per figlio, è un traguardo per il quale avete molto lavorato, come Forum, siete soddisfatti?
«L’assegno unico è un cambio di paradigma, in Italia, nelle politiche familiari. E’ un primo segnale in risposta alla crisi della denatalità, nel nostro Paese. Quindi, da questo punto di vista è un passaggio anche storico per l’Italia: le politiche familiari non sono più viste come politiche assistenziali ma come politiche di promozione e di sostegno alla famiglia. Con l’assegno unico viene riconosciuta la responsabilità e il ruolo che hanno i genitori nell’educare nuovi cittadini, fino all’età adulta. E in questo, lo stato, con l’assegno unico per figlio sostiene questa impresa che, dal punto di vista economico, è onerosa. Oggi, molti giovani non riescono a scegliere di mettere al mondo un figlio, perché i contratti a tempo indeterminato sono una chimera, hanno difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro e a creare situazioni consolidate e stabili per poter accogliere la vita».
Si sono verificate delle difficoltà e dei ritardi nella riscossione del sussidio, come mai?
Ci sono state delle difficoltà oggettive da parte dell’Inps nel gestire il flusso di domande, anche se a fronte di 1,8 milioni di famiglie con aventi diritto in Italia, di famiglie con figli minori, sono arrivate fino a 492.000 domande. Quindi da una parte c’è una responsabilità tecnica da parte dell’INPS nel gestire il flusso delle domande e nel creare l’iter di smaltimento della procedura, dall’altro c’è effettivamente stata una comunicazione non efficace: non tutte le famiglie, ancora oggi, sono a conoscenza di questa opportunità. Anche perché l’assegno va richiesto sul sito dell’INPS e anche i CAF e i consulenti del lavoro non sono ancora stati preparati a suggerire e supportare le famiglie e orientarle nella richiesta dell’assegno. Per cui, come Forum, ci stiamo muovendo per incontrare anche queste categorie produttive per sollecitare la formazione di tutti i Caf e i consulenti del lavoro per offrire queste opportunità alle famiglie»
Quali misure a sostegno della famiglia mancano ancora, oggi secondo lei, per incentivare la crescita demografica?
«Questo dell’assegno unico è un primo passo, non risolutivo, ma è un primo grande segnale. Intanto attendiamo che l’assegno unico diventi legge perché, come sa, adesso siamo in fase transitoria, c’è un assegno temporaneo per figlio e si entrerà a regime dal 1 gennaio 2022, per cui, c’è ancora tutta la fase di definizione di tutto l’importo dell’assegno e poi, sicuramente vanno avviate una serie di politiche di promozione della famiglia e della genitorialità. Quindi c’è un investimento che il nostro paese deve fare nel sostegno della genitorialità, anche in termini economici e in termini di conciliazione famiglia-lavoro e di opportunità per le giovani coppie».