Rassicurazioni del tipo “sicuro ed efficace” et similia ne abbiamo già sentite fin troppe e puntualmente si rivelano essere l’esatto contrario di quanto promettono. Ad esse, come afferma un articolo di LifeSiteNews, ce ne sarebbe ora da aggiungere una nuova, riguardante la contraccezione maschile.
Pare infatti che la pillola ormonale dimethandrolone undecanoate o DMAU, proposta come nuova tecnica di contraccezione per gli uomini, ora in fase di sperimentazione, sia stata studiata dalla Endocrine Society di Chicago.
Il gruppo di ricercatori, afferma un rapporto del CNN, sostiene che la pillola agisca riducendo nei maschi adulti la presenza di testosterone a livelli riscontrabili solo nelle donne o nei maschi in età prepuberale. Tra gli effetti collaterali, inoltre, alcuni soggetti del test hanno presentato una forte diminuzione della libido, cosa che può avvenire anche alle donne che assumono contraccettivi (senza contare gli altri terribili danni).
Nessun grave effetto collaterale per la salute degli uomini, dunque, afferma il Dr. Stephanie Page, endocrinologo presso la Scuola di Medicina dell’Università di Washington, nonché uno tra i principali autori dello studio, ma... la mascolinità dove sarebbe andata a finire in tutto ciò?
La nuova pillola per la contraccezione maschile è stata testata su 83 uomini di età compresa fra i 18 ed i 50 anni che, fatto salvo per il primo dei quattro gruppi in cui erano divisi, hanno assunto il farmaco in dosaggi di 100, 200 o 400 milligrammi. Ingerito il farmaco per 28 giorni consecutivi, si è così notato che «il testosterone nel sangue è sceso a livelli di castrazione», pari a «50 nanogrammi per decilitro», quando un normale maschio adulto ne possiede da 350 a 1.100.
Il testosterone, che normalmente serve a rinforzare le ossa, l’acutezza mentale, a prevenire la depressione e che è la causa del desiderio sessuale maschile, viene così sacrificato in nome della contraccezione.
Chiediamoci, allora: è questa una pratica che ci fa più uomini?
Redazione