31/01/2023

Corte Costituzionale portoghese dice no all’eutanasia

In Portogallo, la Corte Costituzionale ha respinto per la terza volta la legge sulla depenalizzazione della morte assistita e così il Presidente della Repubblica ha di conseguenza restituito il testo ai deputati senza promulgarlo

Il Presidente della Repubblica del Portogallo ha infatti il diritto di respingere le leggi ponendo il proprio veto o di chiedere su una specifica legge il parere preventivo della Corte Costituzionale. Quest’ultimo caso è quanto avvenuto per la legge sull’eutanasia: la Corte l’ha ritenuta non idonea a essere pubblicata perché poco chiara. 

La decisione è stata presa con il parere favorevole dalla maggioranza dei giudici (sette contro sei) e motivata sulla scarsa chiarezza del lessico utilizzato. Secondo il Presidente della Corte, João Caupers, la nuova versione soffrirebbe di una «intollerabile mancanza di definizione» per quanto riguarda l'esatto ambito di applicazione della legge.

Il Parlamento portoghese non sarebbe quindi riuscito a superare le ambiguità rispetto alla definizione della malattia fisica, psicologica e spirituale. Non si comprenderebbe se il malato senza speranza di cura e in assenza di sofferenze possa optare o meno per la morte medicalmente assistita. Se per avvalersi di essa debba soffrire o meno fisicamente, psicologicamente o spiritualmente in maniera cumulativa o alternativa.

Sono quindi emerse criticità riguardo l’applicazione, poiché nel testo del provvedimento vengono citati ad esempio i casi di cancro o di Sla. Così il Presidente della Repubblica del Portogallo Marcelo Rebelo de Sousa, che già aveva esercitato il suo potere di veto su due iniziative legislative volte a depenalizzare la morte medicalmente assistita, non ha potuto di fatto procedere con la promulgazione di tale proposta.

 

di Paolo Marraffa

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