Con un'importante sentenza la Cassazione ha stabilito che sessualità e affettività sono argomenti delicati che la scuola non può affrontare a piacimento senza un’adeguata preparazione e condivisione, fuori dal giusto contesto e senza tenere conto della sensibilità dei minori, che possono rimanere turbati da un’esposizione improvvisata. Ci dispiace solo che la sentenza non abbia ricordato espressamente anche la necessità di consenso informato dei genitori e il primato educativo che spetta alle famiglie in base agli articoli 2, 3, 29, 30, 31, 33, 34 della Costituzione, dell’art. 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e dall’art. 2 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Auspichiamo che questa sentenza possa essere un primo e importante passo per rimettere al centro la libertà educativa dei genitori, non solo su temi come l’educazione affettiva e sessuale ma soprattutto per eliminare dalle scuole italiane progetti e attività fondate sull’ideologia Gender e sull’Agenda LGBTQIA+ come la pericolosa e illegale Carriera Alias che - spesso proprio all’insaputa dei genitori - rischia di innestare nella mente di bambini e adolescenti la falsa convinzione che si possa “nascere nel corpo sbagliato”. Rinnoviamo in tal senso la nostra richiesta al Governo e al Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara di intervenire per bloccare la diffusione della Carriera Alias e salvaguardare il benessere psicofisico dei nostri figli e nipoti.
Così Toni Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus, sulla sentenza n. 8740/2024 della Corte di Cassazione (Sez. Lavoro), che ha respinto il ricorso di una docente contro la sanzione disciplinare comminata dal MIM a seguito di una lezione, improvvisata dopo una lite tra due bambini, incentrata su argomenti legati all’attività sessuale e alla riproduzione, che ha provocato turbamento e disagio negli alunni.