03/06/2021 di Luca Volontè

DAL MONDO - Vescovi anglosassoni contro la legalizzazione dell’eutanasia

Un nuovo disegno di legge sul suicidio assistito ha ricevuto nei giorni scorsi la sua prima lettura alla Camera dei Lord del Regno Unito, solo sei anni dopo che un disegno di legge simile sul suicidio assistito era stato sconfitto da una maggioranza di quasi tre quarti dell’aula.

La baronessa Molly Meacher, presidente del gruppo a favore del suicidio assistito, "Dignity in Dying", ha presentato una proposta di legge sul suicidio assistito, una seconda lettura è prevista in autunno. Nel 2015 la proposta di legge Marris-Falconer Assisted Dying Bill (2015), era stato sconfitta da una maggioranza di 330 a 118 deputati.

Secondo i sostenitori del disegno di legge, ‘Dignity in Dying’, la nuova proposta di legge è modellata sulla attuale legge in vigore nell’Oregon, negli Stati Uniti, che ha consentito l’eutanasia negli ultimi 23 anni.  Il suicidio assistito rimane un reato penale nel Regno Unito secondo il Suicide Act 1961. Se un medico assiste il suicidio di un paziente, potrebbe rischiare fino a 14 anni in prigione. Dalla clamorosa sconfitta del loro progetto di legge nel 2015, i sostenitori del suicidio assistito hanno tentato di far passare la legislazione sul suicidio assistito attraverso i tribunali. Tutti questi tentativi sono finora falliti.

Nel 2019, invece, l'Alta Corte aveva dichiarato che i tribunali non erano il luogo per decidere questioni morali. I tanti pro life nel Parlamento inglese stanno mostrando i risultati devastanti e gli abusi che in Oregon si registrano nei confronti di malati e sofferenti a causa della legalizzazione della eutanasia.

Vista la situazione, i Vescovi cattolici di Inghilterra e Scozia, già a maggio, hanno protestato contro la decisione di procedere nel percorso parlamentare della legge sulla eutanasia. Nel loro comunicato, i presuli del Regno Unito hanno ribadito che: "sebbene questo nuovo disegno di legge sia inquadrato come una risposta compassionevole a coloro che si trovano nelle ultime fasi della loro vita, tale compassione deve essere denunciata come 'falsa compassione'". Una "vera compassione è la giusta risposta all'immenso valore della persona malata. Essa trova espressione nel trattare il morente con amore, con dignità e facendo uso di adeguate cure palliative".

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