Comunicato stampa del consigliere comunale Alberto Zelger a proposito del tentativo di istituire il registro comunale dei testamenti biologici (DAT)
La maggioranza dei consiglieri comunali ha bocciato la mozione, che avrebbe voluto istituire il registro comunale dei testamenti biologici: una mozione “inefficace ma mediaticamente furba” (se fosse passata, tutti i quotidiani nazionali avrebbero scritto: “Anche Verona vuole le DAT”), come quasi tutte le iniziative dei radicali, che puntano a trasformare culturalmente la società, più che a risolvere i problemi amministrativi o di governo, perché sanno bene che, modificando a piccoli passi la mentalità corrente, si riesce poi a far accettare soluzioni prima impensabili.
Ma per quale obiettivo? Per abolire ogni vincolo alla libertà individuale e trasformare i propri desideri in altrettanti diritti, senza limite alcuno.
Ma è solo un’illusione, perché l’individuo si realizza completamente nelle relazioni umane e nella solidarietà, senza le quali la società finisce per disgregarsi sotto le spinte centrifughe di tanti egoismi.
Questa mozione puntava tutto sul principio di autodeterminazione (voglio decidere io a quali cure sottopormi), nascondendo la semplice verità che nessuno sa cosa penserà quando si troverà in grave stato di salute e, come dicono le statistiche, nessuno chiede la morte quando è circondato dagli affetti e quando il dolore fisico è gestito con adeguate cure palliative, frutto dell’alleanza medico-paziente.
Un grande oncologo laico e non credente, Lucien Israël, ha scritto in un suo libro: “I pazienti che non sono stati portati alla disperazione da chi li circonda o dal proprio medico, non solo non chiedono di essere uccisi, ma conservano anche la speranza fino alla fine”; e ancora: “L’eutanasia non è, per quanto possano dire i suoi sostenitori, una richiesta dei malati, ma risponde a un desiderio di benpensanti e persone sane” (“Contro l’eutanasia”, Edizioni Lindau 2007: pagg. 69 e 81). Non è quindi una scelta di fede, come taluni sostengono, ma di umanità e di etica sociale.
Con la votazione di ieri, Verona ha dimostrato di voler respingere la “cultura dello scarto”, tanto cara a papa Francesco, una cultura che spesso si nasconde sotto la maschera della libera scelta e dell’accanimento terapeutico, che in realtà non esiste, perché nessun medico onesto lo mette in pratica. Possiamo quindi dirci felici di aver combattuto e di continuare a combattere contro questo falso progresso, che vorrebbe ridurre l’uomo a una monade isolata, da abbandonare o indurre al suicidio (è la stessa cosa) quando in realtà è solo un peso per il nostro egoismo.
Alberto Zelger
Consigliere del Comune di Verona
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