In Senato pende il disegno di legge sulle DAT, ossia “Disposizioni Anticipate di Trattamento”. Un ddl pericoloso, che introduce di fatto l’eutanasia passiva e che obbligherà i medici a trasformarsi in boia. Tutto questo sarà possibile anche sui bambini.
Il ddl sulle DAT va rigettato nel suo complesso: non vi è alcuna parte della legge che possa essere considerata accettabile.
ProVita Onlus si è impegnata a vari livelli per contrastare l’approvazione di questo ddl e per sensibilizzare l’opinione pubblica circa la pericolosità delle DAT: ha lanciato una petizione, ha realizzato conferenze stampa (alla Camera e una alla Sala Stampa Estera, con una testimone d’eccezione) ha fatto una campagna di cartelloni murali, ha dato vita a un flashmob davanti al Pantheon, ha raccolto testimonianze di persone risvegliatesi dal coma (qui i video di Sara e Roberto)... e molto altro.
Oggi vogliamo tuttavia dare spazio a un nostro validissimo collaboratore, il professor Renzo Puccetti (Specialista in Medicina Interna, bioeticista e docente del Pontificio Ateneo Regina Apostolorum), il quale ha depositato in Commissione Sanità al Senato un documento dal titolo: Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT) – Aspetti medico-scientifici.
Queste alcune frasi dall’introduzione: «[...] il mio intervento intende concentrarsi su ciò che conosco meglio per averlo studiato, avervi pubblicato articoli accademici, e per averlo insegnato nei corsi ai miei studenti. Non intendo esprimere supposizioni, cercherò piuttosto di illustrare, nel limite di tempo consentitomi, una condensata panoramica di ciò che centinaia di studi scientifici, pubblicati sulle maggiori riviste mediche internazionali, consentono di concludere riguardo le ricadute delle DAT sulla relazione di cura e di assistenza e sulla salute dei cittadini, aspetti, questi, che mi sembrano non essere stati posti in maniera sufficientemente chiara all’attenzione del legislatore. Al pari del consenso informato, le Disposizioni Anticipate di Trattamento (da ora DAT) sono non certo un fine, ma piuttosto uno strumento teso a preservare l’autonomia della persona anche quando questa sia impedita nel suo esercizio a causa di intervenute patologie o menomazioni. Come ogni strumento usato in ambito sanitario, anche per le DAT la comunità scientifica si è incaricata di allestire studi che verificassero sul campo se i teorici potenziali benefici si traducano in efficaci e sicuri rimedi volti a tutelare le esigenze di salute...».
Qui il documento redatto dal prof. Puccetti in pdf, con molti grafici esplicativi.
Redazione
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