22/04/2013

Dulanjali, la disabile senza mani che diventerà una grafica

La ragazza vive in Sri Lanka su una sedia a rotelle: usa il pc e tiene la penna con il piede destro.«Bisogna cercare di vedere il bello di quello che si riceve, ed essere se stessi»

È nata senza entrambe le braccia, Dulanjali. Da 17 anni vive su una sedia a rotelle, le sue gambe sono molto più corte della media. Eppure quando le chiedono cosa vuole fare da grande risponde senza esitazioni: «Diventerò una grafica». Prego? «Ma sì – racconta lei all’agenzia missionaria AsiaNews– Dio mi ha insegnato a usare le gambe e i piedi come fossero le mie mani. Anche se sono fatta così sono felice della mia vita, sono felice di ricevere l’affetto dei miei cari e di imparare cose nuove ogni giorno». Sì, avete capito bene: Dulanjali Ariyathilake non ha le braccia, è felice, vuole fare la grafica. E ha superato brillantemente gli esami dell’ultimo semestre.

La ragazza vive nel Marc Sri di Karukurunda (distretto di Kalutara, Western Province) nello Sri Lanka. Il Marc Sri è un istituto cattolico che da oltre trent’anni anni accoglie anziani e bambini in difficoltà. Appena nata il padre la porta da Rita Perera, fondatrice della casa, perché si occupi di lei. «Sono felice che mio padre mi abbia dato a mamma Rita – spiega la ragazza – perché altrimenti non avrei avuto così tante opportunità per migliorare la mia vita. Mi sento fortunata per aver ricevuto l’amore di mamma Rita e papà Julian». Papà Julian, alias padre Julian Tissera, è il direttore spirituale dell’ostello.

Nella casa tutti la chiamano Dhoni, “figlia”. Nel tempo, con pazienza, ha imparato a trasformare i piedi nelle mani che non ha: «Con le dita del piede sinistro tengo la penna, la matita e uso il computer». Trascorre le sue giornate sulla sedia a rotelle, con la quale riesce a spostarsi da sola grazie a comandi speciali. Soltanto la sera, quando deve andare a dormire, si stende sul letto con l’aiuto di qualcuno.

Rita Perera, la direttrice del Marc Sri, parlando di Dulanjali dice: «Vogliamo aiutarla a realizzare tutti i suoi desideri: superare i prossimi esami scolastici e diventare una grafica”. Nato circa 30 anni fa, l’ostello si compone di 11 case e accoglie persone di ogni sesso ed età, da neonati di poche settimane ad anziani di 95 anni. «L’amore di Dio – sottolinea la donna – ci dà la forza necessaria per riuscire a mandare avanti questa casa. A volte riceviamo donazioni, a volte cibo e generi di prima necessità. Non abbiamo entrate fisse o proprietà con cui pagare le spese».

Per Dulanjali non è sempre facile. «A volte – racconta – mi sento triste guardando me e miei amici. Loro sono splendidi, mi aiutano molto quando siamo a scuola. Ma la tristezza che sento dura poco, cerco di pensare alle cose belle della mia vita, a quei doni, talenti e opportunità che Dio mi ha donato. Cerco sempre di godere delle cose belle della vita. E chiedo di fare lo stesso anche ai miei fratelli e sorelle più piccole [altri ospiti dell’ostello, ndr]. Bisogna sempre cercare di vedere il bello di quello che si riceve, ed essere se stessi».

di Mauro Pianta

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