Éléonore Laloux, 36 anni, è la prima donna, in Francia, con sindrome di Down ad essere consigliere comunale, eletta nel marzo 2020, ad Arras, nella Francia del Nord.
Attivista per i diritti delle persone con disabilità, è anche portavoce dell'associazione "Les Amis d'Éléonore", fondata da genitori di bambini con sindrome di Down. Ora, a distanza di oltre un anno dalla sua elezione, Éléonore è stata insignita del titolo di Cavaliere dell'Ordine al Merito da Sophie Cluzel, Segretaria di Stato con delega alle persone disabili.
Eppure la vita per la giovane donna, prima della sua carriera politica e da attivista, non è stata affatto semplice: nata il 26 agosto 1985 ad Arras, a causa di un difetto cardiaco i medici le avevano dato non più di due o tre settimane di vita. Un’infanzia difficile la sua, caratterizzata da problemi di salute continui, tra cui un’operazione a cuore aperto all’età di due anni appena.
Eppure questo non le ha impedito di completare la scuola e persino di conquistare l’indipendenza, andando a vivere fuori casa, dopo aver trovato lavoro come segretaria amministrativa in un ospedale privato.
Dopo la sua premiazione, in un’intervista, ha espresso tutta la sua soddisfazione: “Spero che il mio caso serva come esempio per altre città in Francia, per dimostrare che le persone con disabilità possono lavorare in un ambiente normale e avere il loro posto, come tutti, nella società”.
Ha inoltre manifestato tutto il suo entusiasmo per il suo lavoro, all’interno del Municipio, che consiste nel cercare di proporre e realizzare progetti che mirano all’inclusione di persone con disabilità, come ad esempio la creazione di una nuova segnaletica più accessibile e più inclusiva o la realizzazione di attraversamenti pedonali, in buone condizioni, in modo che le persone disabili possano spostarsi più facilmente in città.
Insomma, una storia che scalda davvero il cuore, perché oggi si parla tanto di “inclusività” ma senza che si capisca bene cosa ciò significhi. Questa è la dimostrazione concreta, più evidente ed efficace di qualunque discorso, che non solo la vita, in qualunque condizione, è sempre degna di essere vissuta, ma che la Trisomia 21, che viene spesso considerata quasi al pari di una malattia da debellare e che provoca spesso la scelta dell’aborto, in realtà può diventare una ricchezza nelle famiglie in cui questa vita fragile e preziosa è stata accolta e in questo caso, per la società tutta.