Lillo Cordoma è candidato alle elezioni regionali dell’Abruzzo per Fratelli d’Italia, che si svolgono domenica 10 marzo. Intervistato da Pro Vita & Famiglia ha spiegato i punti chiave – per quanto riguarda i temi pro life e pro family – del suo programma, avendo anche firmato il nostro manifesto valoriale.
Difesa della vita fin dalla nascita, cosa ne pensa?
«I miei principi cardine sono quelli che i miei genitori mi hanno insegnato: e sono la difesa della famiglia e della natalità. Basandomi su questi principi, andando in Regione, promuoverò tutte le iniziative che sono quindi a favore della famiglia, e a protezione della vita embrionale e nascente»
Demografia e problema denatalità. E’ convinto che occorra fare molto di più per spingere a livello culturale questi temi?
«Sono convinto che assolutamente questo della denatalità sia un problema: dobbiamo lavorare molto affinchè questo tema sia sentito sempre di più. E’ pur vero che c’è una parte di elettorato conservatore che tende a negoziare su questi valori, per questo dobbiamo lavorare molto per essere baluardo»
Basti vedere cosa è accaduto in Francia, con Le Pen che ha dato l’ok per l’aborto in Costituzione…
«Ho tenuto già recentemente un discorso di dissenso rispetto all’aborto in senso costituzionale votato in Francia. I francesi sono molto particolari su questi temi…»
Gli anziani dalla società dello scarto di oggi vengono considerati un peso. Lei che ne pensa? Cosa pensa di fare attivamente per aiutare questa categoria?
«Gli anziani rappresentano un valore da difendere e non possono essere considerati un peso perché rappresentano il bagaglio della saggezza e dell’esperienza. Per quanto riguarda la sanità proporrò corsie preferenziali per gli ultrasettantenni specialmente in comorbilità per avere esami senza aspettare lunghe liste d’attesa. La tutela di queste persone passa anche attraverso luoghi di aggregazine e sicure dove possono passare il loro tempo e tenersi attivi da un punto di vista cognitivo affinchè le loro facoltà siano sempre vive»
Sul fine vita che posizione ha?
«Sono medico e da medico devo dire che sono contro l’accanimento terapeutico ma sono anche contro il fine vita: da cattolico dico che non siamo noi proprietari della vita»
Gender nelle scuole. Quale la situazione in Abruzzo? Quale il suo pensiero?
«Da noi i casi sono molto sporadici: sono però contro la cultura gender e la sentenza di Padova dei giorni scorsi è una cosa orribile. Ci deve essere padre e madre. Poi ognuno fa ciò che vuole nel suo privato ma non possiamo istituzionalizzare questa volontà che da qualche parte viene spinta»
Le dipendenze, un problema per i nostri giovani a partire dal telefonino e fino alla ipersessualizzazione.
«Sono d’accordo con il ministro dell’istruzione: l’abuso del telefonino provoca deficienze culturali. A scuola deve essere limitato a uso solo in caso di estrema necessità. E’ da questo che dobbiamo partire per attenzionare i giovani e impedire loro che arrivino a non poterne fare a meno e finire nel vortice di altre situazioni di dipendenza ed emulazione tra di loro come cadere nella pornografia ecc.»