Manuela Di Fiore – sposata con due figli, già assessore comunale a Scafa (PE) e consigliera della Federazione Pallavolo – è candidata tra le fila di Fratelli d’Italia in qualità di consigliere alle prossime elezioni regionali in Abruzzo e ha sottoscritto il manifesto valoriale di Pro Vita & Famiglia. L’abbiamo raggiunta telefonicamente per ascoltare le sue proposte in merito ai temi etici di scottante attualità e non solo, rispetto ai quali la politica, anche a livello regionale, è chiamata a dare risposte concrete.
Manuela Di Fiore, se venisse eletta Consigliere regionale, quali misure intende mettere in campo per promuovere la famiglia, incentivare la natalità e tutelare la vita nascente?
«Mi piacerebbe potenziare la rete di asili nidi, secondo il modello delle grandi aziende, per dare alla madre la possibilità di essere vicina a suo figlio anche quando lavora. Creare tali strutture consentirebbe, oltre all’opportunità di nuovi posti di lavoro per il personale qualificato, la possibilità di un servizio prezioso per la madre, e in generale per tutta la famiglia. Sul piano del sostegno economico alla famiglia si può pensare di implementare i contributi statali (l’Assegno unico e il ‘Bonus mamme’, ndr) anche attraverso eventuali ulteriori coperture regionali per supportare la natalità. Per tutelare la vita nascente si tratta poi di aiutare soprattutto le ragazze-madri che rimangano incinta a non fare la scelta più drammatica, potenziando la rete di case-famiglia sul territorio e creando tutti i presupposti secondo le diverse esigenze affinché siano madri, donne e lavoratrici nel migliore dei modi».
Relativamente all’ideologia di genere e alla priorità educativa dei genitori cosa ha invece in mente per la sua Regione?
«Devo dire che fortunatamente non abbiamo ricevuto particolari segnalazioni in tal senso, anche perché si tratta perlopiù di piccoli comuni».
E rispetto ai giovani, in specie per quanto riguarda il contrasto alle droghe?
«Ritengo si debba lavorare molto sulla prevenzione dei comportamenti devianti tra gli adolescenti soprattutto attraverso un’adeguata formazione nelle scuole che metta in luce il male che possono ricevere dall’assunzione delle droghe. È sempre bene favorire il dialogo su questi temi anche in famiglia, per quanto i ragazzi tendano purtroppo a parlarne poco a casa».
Lei viene dal mondo dello sport. Quali progetti auspica infine di poter realizzare per implementare la pratica sportiva in specie tra i più giovani?
«Desidero che lo sport possa diventare sempre più alla portata di tutti, perché credo sia un’arma di salvezza importante, in specie per i ragazzi, creando progetti nelle scuole per farli partecipare gratuitamente. Nel 2021 ho vinto un bando di carattere nazionale proprio per favorire la pratica sportiva di bambini e adolescenti, ma anche donne e persino anziani che ha riscontrato molto successo ed entusiasmo. In particolare, grazie al progetto col progetto “Fisicamente Insieme”, per esempio, la ‘social dance’ ha supportato anche diverse vedove nel superare la solitudine. Poi a Bussi il campus estivo gratuito ha coinvolto 198 ragazzi nella pratica di tante attività tra le quali persino tennis, tiro con l’arco e canoa. Sulla scia di tali risultati, auspico di poter proporre progetti di questo tipo alle realtà sportive del territorio per incentivare sport, teatro e cultura quale fonti di benessere per la persona a qualsiasi età».