Daniele Marchetti, classe 1986, è consigliere regionale della Lega in Emilia-Romagna dal 2014 e capogruppo nel Consiglio Comunale di Imola. E’ candidato per il rinnovo della stessa carica, sempre con la Lega, nella circoscrizione di Bologna. Negli anni si è distinto per il suo impegno nella tutela dei valori tradizionali, opponendosi fermamente alla diffusione dell’ideologia gender nelle scuole e a normative che considera lesive dei diritti delle famiglie e della libertà educativa.
I temi, i valori e i princìpi espressi nel Manifesto di Pro Vita e Famiglia sono da molti considerati divisivi e “politicamente scorretti”. Perché ha deciso di sottoscrivere il Manifesto e che ruolo hanno questi valori nella sua vita ed esperienza politica?
«I temi del Manifesto Pro Vita & Famiglia sono spesso strumentalizzati, ma difendere la vita non è divisivo, è fondamentale. La politica deve tutelare la vita in ogni fase, garantendo equità e dignità. Ho sempre lavorato per sostenere famiglie, bambini, giovani in formazione e anziani, puntando su assistenza e tutela delle fragilità per costruire una società più giusta e attenta ai bisogni di tutti».
In che modo, nella sua passata esperienza personale, professionale o politica, lei ha già avuto modo di spendersi concretamente per i valori e princìpi espressi nel Manifesto?
«Durante la mia attività politica ho sostenuto servizi per le prime fasi della vita e garantito un sistema sanitario sostenibile. Mi sono opposto a imposizioni ideologiche, come la teoria gender nelle scuole, e ho lavorato sul fondo regionale per la non autosufficienza, tutelando gli anziani fragili. Ho anche avviato un’analisi sulla rete delle cure palliative per migliorarne l’equità territoriale, tema fondamentale per il futuro»
Scelga un punto del Manifesto sottoscritto che riterrebbe prioritario affrontare se eletto o rieletto e ci spieghi che cosa proporrebbe, concretamente, per dargli attuazione politica e legislativa.
«Tutelare la dignità fino all’ultimo giorno di vita è essenziale. Ho avviato un’indagine sull’equità delle cure palliative e proposto un monitoraggio del fondo per la non autosufficienza. In Emilia-Romagna, 35 milioni di euro inutilizzati potrebbero sostenere servizi concreti per garantire dignità e standard di vita adeguati. Ho suggerito un confronto con le associazioni per impiegare queste risorse al meglio».
Lei ha già svolto la carica per cui si sta oggi ricandidando. Ǫuali azioni concrete lei o il suo gruppo avete messo in campo negli ultimi cinque anni della legislatura uscente?
«Come gruppo, abbiamo presentato progetti di legge per il quoziente famiglia e il registro di natalità, cercando di offrire supporto economico alle giovani coppie intenzionate a formare una famiglia. Inoltre, ho lavorato per una sanità regionale sostenibile e per affrontare segnalazioni su imposizioni ideologiche, come la teoria gender nelle scuole».
Cosa pensa sia fondamentale fare, se verrà eletto, nei prossimi cinque anni, per dare attuazione alle politiche e ai princìpi espressi nel Manifesto?
«Ritengo fondamentale garantire dignità economica e opportunità alle giovani coppie, incentivando le nascite attraverso lavoro stabile e supporto abitativo in caso di necessità. Creare condizioni ideali per il futuro della società è prioritario, eliminando ogni ostacolo che possa compromettere questo obiettivo».
Oltre ai valori e princìpi espressi nel Manifesto sottoscritto, su quali specifiche sfide, misure e iniziative ritiene in assoluto più urgente concentrarsi in ambito locale?
«Nella scorsa legislatura ho contrastato la legge regionale contro l’omotransnegatività, che assegna fondi ad associazioni LGBTQI+. Ritengo prioritario abrogare questa normativa, destinando le risorse a iniziative per favorire la natalità e sostenere giovani coppie che vogliono creare una famiglia, garantendo loro stabilità e futuro».