Guya Bonaga, classe 1954, è candidata alla carica di consigliere regionale dell’Emilia-Romagna per la Lega (e con “Il Popolo della Famiglia”). Dopo la laurea in Pedagogia e Scienze Religiose si è dedicata all’insegnamento. Ora in pensione.
I temi, i valori e i principi espressi nel Manifesto di Pro Vita & Famiglia sono da molti considerati divisivi e “politicamente scorretti”. Perché ha deciso di sottoscrivere il Manifesto e che ruolo hanno questi valori nella sua vita ed esperienza politica?
«Condivido e sottoscrivo tutti i punti indicati dal Manifesto perché ritengo che i valori espressi nello scritto siano di vitale importanza per la società, per la difesa delle nuove generazioni, per opporsi al pensiero unico dominante e alla cultura woke. E per riportare la centralità della famiglia come fulcro della società rilanciando anche la natalità. Per arginare questa mutazione antropologica che ci sta trasformando in atomi, isolati e senza memoria delle nostre radici, senza identità e in balia del soggettivo e del mutevole, va contrapposto ciò che è reale e vero».
In che modo, nella sua passata esperienza personale, professionale o politica, lei ha già avuto modo di spendersi concretamente per i valori e i principi espressi nel Manifesto?
«Nella mia passata esperienza professionale di insegnante ho toccato di persona la deriva delle ideologie che sono entrate nella scuola e ho cercato per quanto mi è stato possibile di fermare l’indottrinamento gender, anche con proposte alternative, quali ad esempio il progetto “ Teen Star”. Quest’ultimo riguarda una corretta educazione all’affettività e si pone in contrasto con quanto propagandano corsi quali “Viva l’amore”, intrisi di ideologia gender. Ho verificato quanto sia necessario per gli studenti avere un approccio e una formazione su questi temi che evidenzino la diversità e complementarietà uomo-donna e che affermino il valore di un’affettività con una prospettiva di senso, con uno scopo e una direzione in contrasto all’oggi diffuso “spontaneismo e sentimentalismo».
Scelga un punto del Manifesto sottoscritto che riterrebbe prioritario affrontare se eletto o rieletto e ci spieghi che cosa proporrebbe, concretamente, per dargli attuazione politica e legislativa.
«Ritengo tutti i punti indicati nel Manifesto essenziali e legati tra loro, infatti è necessario recuperare il concetto di persona, portatrice di un valore e una dignità inalienabili e di diritti irrinunciabili: la protezione della vita umana deve essere in ogni sua fase fino al momento della morte naturale. L’opposizione al pensiero gender, imposto dall’infanzia all’ adolescenza, sono convinta che sia di estrema urgenza perché va direttamente a danneggiare l’equilibrio e la percezione di sé di chi sta crescendo e ha necessità di non subire alcuna manipolazione nel momento delicato della sua maturazione. Credo si debba intervenire in molti ambiti, anche attraverso una reale vera applicazione del “consenso informato” dei genitori che devono poter essere documentati sui pericoli che incombono sui loro figli. Occorre anche riesaminare la legge regionale n.15 del 2019 per una sua radicale modificazione».
Cosa pensa sia fondamentale fare, se verrà eletto, nei prossimi cinque anni, per dare attuazione alle politiche e ai principi espressi nel Manifesto?
«Credo che si debba intervenire a livello culturale con una massiccia campagna di sensibilizzazione per riaccendere la consapevolezza delle persone sul valore della vita e del rispetto verso l’infanzia e l’ adolescenza, oggi così aggredite a tutti livelli, compreso quello mediatico. Dato che oggi le nuove generazioni subiscono attacchi su molti fronti, nuovi e mai esistiti prima, e si riscontra un malessere nei giovani che si osserva anche dall’aumento dei disturbi dello sviluppo e dei disagi psicologici, è di fondamentale importanza curare e proteggere le età della crescita con leggi adeguate e riportare i valori della nostra cultura, ritornare alle radici cristiane. Ed è proprio la famiglia la rete difensiva , il luogo di coltivazione e di cura dei valori e di difesa dell’individuo. Ecco perché il suo smantellamento è un obiettivo di primaria importanza per chi vuole instaurare il nichilismo esistenziale e di chi attacca nello stesso tempo i principi cristiani. Sono contraria a finanziamenti con risorse pubbliche per l’introduzione sia di progetti educativi rivolti ai giovani come anche ad iniziative di eventi che promuovano l’ideologia gender. Va difesa la libertà educativa dei genitori, il loro ruolo di primi educatori, come vanno superati gli ostacoli economici per l’accesso alle scuole paritarie».
Oltre ai valori e principi espressi nel Manifesto sottoscritto, su quali specifiche sfide, misure e iniziative ritiene in assoluto più urgente concentrarsi in ambito locale?
«Ritengo importante vigilare perché nessun diritto previsto dalla Costituzione venga disatteso, come per esempio il diritto al lavoro durante la passata pandemia. E dalla emergenza della pandemia ora siamo passati alla nuova emergenza di un ambientalismo radicale che sta nuocendo alle nostre economie senza portare reali benefici all’ambiente. Ambiente che viceversa va messo in sicurezza nelle zone a rischio idrogeologico. In ambito sanitario sarà importante aiutare la ricostruzione di un efficace rapporto umano e di fiducia tra medico e paziente e riportare la sanità a garantire efficienti livelli di diagnostica e di cura».