Roberto Buda, nato a Cesenatico nel 1973 è sposato e ha due figli, Francesco e Davide. E’ candidato alla carica di consigliere regionale in Emilia-Romagna (circoscrizione Forlì-Cesena), per Forza Italia-Noi Moderati. Nel 2001 è stato eletto in Consiglio Comunale a Cesenatico nella lista di Forza Italia per due mandati consecutivi. Nel 2011 è stato eletto Sindaco di Cesenatico sostenuto da tutte le liste del Centro Destra. Dal 2016 riveste la carica di Consigliere Comunale di Cesenatico nel gruppo “Lista civica per Buda”. Ha frequentato il Liceo Scientifico "Enzo Ferrari" di Cesenatico e si è diplomato nel 1992. Il suo percorso formativo è poi continuato presso il Corso di Laurea in Fisica a Bologna dove si è laureato con il massimo dei voti nel 1997. Dopo tre anni di insegnamento a Bologna in due scuole paritarie, ha vinto il concorso pubblico, diventando docente di Matematica e Fisica nel Liceo “E. Ferrari” di Cesenatico. Attualmente è docente di Matematica e Fisica presso il medesimo Liceo “Enzo Ferrari” dove rivesto anche l’incarico di Collaboratore del Dirigente Scolastico.
I temi, i valori e i princìpi espressi nel Manifesto di Pro Vita & Famiglia sono da molti considerati divisivi e “politicamente scorretti”. Perché ha deciso di sottoscrivere il Manifesto e che ruolo hanno questi valori nella sua vita ed esperienza politica?
«A me interessa poco se qualcuno considera questi temi divisivi o politicamente scorretti. La vita e la famiglia sono temi che mi stanno particolarmente a cuore: la famiglia è la cellula fondamentale della società, termometro della salute della società stessa: quando la famiglia gode di buona salute, la società ne beneficia. La famiglia è culla della vita nascente, è asilo, è ospedale, è palestra di accoglienza, è luogo in cui si confronta con l’alterità, è custodia e limite, che permette ai giovani di guardare al proprio sogno e trovare il loro contributo inedito e irrinunciabile al mondo. Se la famiglia è libera di poter esprimere le sue potenzialità, se è sostenuta nelle difficoltà dalla Regione, se può accogliere liberamente i figli e liberamente educarli a diventare futuri cittadini, diventa un ammortizzatore sociale e un vero e proprio moltiplicatore di PIL. La famiglia va particolarmente sostenuta quando accoglie la vita, anche e soprattutto quella fragile, cioè dal concepimento alla morte naturale. Ritengo che uno sguardo privilegiato alla vita e alla famiglia, sia uno sguardo oltre che giusto foriero di benessere per i nostri territori, per la nostra regione e quindi per la nostra nazione».
In che modo, nella sua passata esperienza personale, professionale o politica, lei ha già avuto modo di spendersi concretamente per i valori e princìpi espressi nel Manifesto?
«Da sempre sostengo i principi espressi nel manifesto, sia nella vita personale che pubblica: ho voluto da sempre partecipare, insieme a mia moglie Maeba, alle manifestazioni pubbliche, a partire dai family Day al Circo Massimo, ero sindaco in quel periodo, sia ad alcune edizioni della manifestazione nazionale “Scegliamo la vita”, per finire, per esempio alla tappa di Rimini del tour di Luka Hein. Anche la mia attività politica ha avuto sempre come faro la famiglia e la vita: quando sono stato sindaco, in particolare modo, nelle delibere e negli atti amministrativi ho privilegiato gli aiuti alle famiglie, soprattutto quelle più fragili, sostenuto la vita nascente, e insieme ai miei amministratori, abbiamo valutato con attenzione, per ogni atto e delibera, la ricaduta sulla famiglia. Nel mio lavoro, avendo il privilegio di essere professore e quindi di crescere insieme alle generazioni di liceali, ho la possibilità di stare loro vicino, di conoscerli ed educarli ad amare la vita, ad appassionarsi allo studio e non alle moderne dipendenze che allontanano dalla realtà ed isolano sempre di più».
Scelga un punto del Manifesto sottoscritto che riterrebbe prioritario affrontare se eletto o rieletto e ci spieghi che cosa proporrebbe, concretamente, per dargli attuazione politica e legislativa.
«La cosa che mi sta più a cuore e che trovo decisiva è creare alternative concrete per le donne che altrimenti sono spinte all’aborto da motivi socioeconomici o dalla solitudine, in linea con gli articoli 1 e 2 della Legge 194/78. Reputo più che necessario che ci si faccia carico di intercettare le donne che a fronte di una gravidanza inaspettata o difficile pensano di dover abortire, per offrire a chi in difficoltà guarda all’aborto come unica soluzione, alternative valide, cioè sostegno economico, psicologico e umano, anche con l’aiuto di associazioni che possono accompagnare queste mamme secondo un sano principio di sussidiarietà. Perché sempre più donne possano accogliere i loro bimbi e non siano costrette o indotte a rinunciarvi. E’ necessario garantire il diritto delle donne di non abortire, attuando la prima parte della 194, cioè con colloqui in cui si accolgano le difficoltà delle donne, e proporre alternative all’aborto per superarle. Deve finire la storia che si fa partire con superficialità la procedura dell’aborto. Ovunque si propongono alternative sono tante le donne che accolgono i figli, che altrimenti verrebbero abortiti. E’ decisivo per sostenere la natalità difendere ogni vita nel grembo perché possa nascere».
Cosa pensa sia fondamentale fare, se verrà eletto, nei prossimi cinque anni, per dare attuazione alle politiche e ai princìpi espressi nel Manifesto?
«Sostenere le famiglie, in particolare modo quelle numerose e quelle che accolgono persone con fragilità motorie e/o intellettive, sostegno alla maternità, sostegno alla conciliazione della famiglia con il lavoro, sostegno alla genitorialità. È importante valorizzare tutte le associazioni no profit che nel terzo settore si impegnano a sostenere chi altrimenti sarebbe solo. Una volta il tessuto sociale si faceva carico delle difficoltà, oggi è necessario ricostruire quel tessuto e sostenere gli enti che lo sostituiscono. Una ragazza che rimane incinta, impaurita, deve avere una rete di protezione che le restituisca uno sguardo sano: chi rimane incinta non deve essere penalizzata; la maternità, infatti, è un dono per chi la vive, ma anche per tutta la società».
Oltre ai valori e princìpi espressi nel Manifesto sottoscritto, su quali specifiche sfide, misure e iniziative ritiene in assoluto più urgente concentrarsi in ambito locale?
«Per difendere la famiglia e la vita di ciascuno, è importante anche la difesa del territorio. Sono tanti i temi su cui è urgente e necessario concentrarci, ma oggi sempre più frequentemente, anche davanti a piogge abbondanti il territorio va in crisi. Anche recentemente sono andati sott'acqua interi quartieri, intere città delle nostre zone. Ho avuto familiari che di recente hanno subito gravi danni da questi allagamenti. Il territorio romagnolo è fragile, e non lo si scopre adesso. Da almeno vent’anni il nostro territorio ha manifestato questa fragilità. Anche la Regione con delibere di Giunta ha individuato quello che deve essere fatto, cioè la realizzazione di vasche di laminazione. Purtroppo questi atti, già approvati sin dal 2004, non hanno avuto attuazione e a differenza di altre regioni le invasi di laminazione non sono ancora state realizzate. Io ritengo che sia urgente la realizzazione di queste vasche ed è inspiegabile come la loro realizzazione sia stata rimandata per così tanti anni. E’ urgente dare una risposta anche per il rispetto delle famiglie che già si sono viste portare via ricordi, beni, case e risparmi di una vita».