06/06/2024 di Luca Marcolivio

Elezioni europee. Dragoni: «Ci sarà libertà anche nel difendere la vita?»

Le elezioni europee saranno sicuramente caratterizzate da un forte astensionismo che, in Italia, penalizzerà i partiti più radicati al Sud. C’è un dato, comunque, che non va trascurato: i temi della vita e della famiglia sono sempre più legati a doppio filo con quelli della libertà e, in questo, i sostenitori dell’aborto e dell’eutanasia potrebbero fare cortocircuito. Pro Vita & Famiglia ha affrontato l’argomento assieme a Fabio Dragoni, giornalista e scrittore, una delle firme di punta del quotidiano La Verità.

 

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Fabio Dragoni, siamo alla vigilia delle europee: quali sono, in estrema sintesi, gli scenari a cui va incontro la nuova legislatura e i cambiamenti che, con tutta probabilità, si prospettano?

«A livello continentale, non mi aspetto grandi cambiamenti, per un motivo banale: essendo i Paesi membri 27, laddove certe forze politiche guadagnano posizioni, è normale che altre arretrino. In altri Paesi mi aspetto un aumento dei seggi e delle forze “conservatrici” che fanno capo a Giorgia Meloni ma anche quelle più autenticamente euroscettiche, che prima facevano capo a Matteo Salvini e che poi, invece, faranno riferimento a Marine Le Pen. Con ogni probabilità questi due raggruppamenti politici, che sono Ecr e ID probabilmente si fonderanno e questo avrà un impatto politico non secondario, perché numericamente non cambia nulla avere due gruppi da 80 o un unico gruppo da 160: matematicamente è la stessa cosa, però politicamente è qualcosa di molto diverso. Quindi mi aspetto un avanzamento di queste forze e, al contempo, un arretramento dei cosiddetti “liberali” (di nome ma non di fatto), che fanno capo a Macron. Tenuto conto che la metà dei parlamentari che siedono a Strasburgo e a Bruxelles vengono eletti in cinque Paesi (Germania, Francia, Italia, Spagna, Polonia), sarà interessante vedere innanzitutto i risultati di questi Paesi. Per quanto riguarda l’Italia, mi aspetto un aumento dell’astensione come tendenza consolidata: un fenomeno che avviene soprattutto al Sud e, se così sarà, è prevedibile che ci sia un forte arretramento del Movimento 5 Stelle, così come di Forza Italia che, ugualmente, prende parecchi voti al Sud. Chi avanzerà, secondo me, saranno in particolare il PD e Fratelli d’Italia e forse anche la Lega ma avanzeranno soprattutto per la retromarcia di altri».

Ci sono, invece, a suo avviso, buone ragioni per andare a votare?

«Buone ragioni per andare a votare ce ne sono sempre, non si capisce quale motivazione razionale ci sia nel non andare alle urne, nel momento in cui, in questo modo, si lascia che a decidere sia qualcun altro. È un dato di fatto, però, che in Italia ci sia un costante calo dell’affluenza alle urne e questo è un dato di fatto che sembra essere confermato da ciò che si sente dire negli ultimi giorni, nonostante i sondaggi pubblicati in questi giorni evidenziano come l’astensione possa anche non aumentare. Il fenomeno è curioso, perché, fino a pochi anni fa molti elettori interrogati sul voto erano reticenti ma poi votavano, mentre oggi, al contrario, i sondaggisti sembrano quasi imbattersi in un fenomeno opposto, ovvero in elettori apparentemente motivati che poi, però, magari decidono di non votare e questo è un problema perché rende le previsioni particolarmente volatili. Per quello che mi riguarda, farei un appello, chiedendo di andare a votare, però non mi faccio delle grandi illusioni».

I temi della vita e della famiglia (aborto, eutanasia, fecondazione artificiale, utero in affitto) avranno una loro incidenza nel dibattito europarlamentare? In che modo saranno orientati?

«La sinistra ritiene – e non a torto – di essere maggioranza nel momento in cui si parla di Legge 194, alimentando la narrazione per cui la destra al governo vorrebbe sopprimere la legge. Fatta questa premessa, comunque, va detto che dopo la pandemia sia cambiate parecchie cose. Ad esempio, tutte le volte che c’è da parlare di aborto, si è diffusa una convinzione mainstream che la libertà di scelta valga solo quando c’è da far morire qualcuno, sia esso il feto che cresce nel grembo di una madre o, ad esempio, con l’eutanasia. Tutto questo spinge gli elettori ad essere molto più sospettosi perché sono in molti che si fanno delle domande, chiedendosi come mai la libertà di scelta vale solo per morire e non quando c’è da difendere la vita. Su questo problema, secondo me, c’è una presa di coscienza progressiva, lenta ma progressiva. Questi signori stanno pian piano scoprendo le carte e su questo punto bene facciamo a dire la nostra in maniera rumorosa».

 

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