Manca ormai davvero poco alle elezioni europee, motivo per cui è bene riepilogare di che cosa si tratta e perché questo sarà un appuntamento fondamentale anche, se non soprattutto, sotto il profilo valoriale.
Partiamo anzitutto dalle informazioni più generali, quelle relative alla data delle elezioni, appunto, che avranno luogo i prossimi sabato 8 giugno dalle 15 alle 23 e domenica 9 giugno dalle 7 alle 23. Si potranno esprimere fino a un massimo di tre preferenze, facendo molta attenzione a indicare candidati di sesso diverso ma dello stesso partito. Dunque se si scrivono tre nomi bisognerà necessariamente indicare due donne e un uomo o due uomini e una donna; oppure se si indicano due nomi bisognerà necessariamente scrivere un uomo e una donna.
Recandosi quei giorni alle urne l’Italia eleggerà 76 eurodeputati e, dopo le elezioni, si costituirà il Parlamento Europeo, che è l'unica assemblea transnazionale al mondo eletta direttamente. In collaborazione con i rappresentanti dei Paesi dell’Ue, i parlamentari europei – che appena riuniti approveranno il nuovo o nuova presidente della Commissione europea e il collegio dei commissari - hanno il compito di creare e approvare tutte le nuove disposizioni che regolamentano la vita dei cittadini dell'Unione Europea in diversi ambiti come il sostegno all'economia, la lotta contro la povertà, al clima e all’ambiente nonché le questioni legate alla sicurezza.
All’interno dell’Europarlamento, i 705 deputati non portano la bandiera del loro partito originario di appartenenza nazionale, ma si organizzano in gruppi politici, a seconda non della loro nazionalità bensì delle posizioni politiche che intendono portare avanti. Gli schieramenti politici europei sono sette: il gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani); il gruppo dell’Alleanza progressista di socialisti e democratici al Parlamento europeo; Renew Europe Group; il gruppo dei Verdi/Alleanza libera europea; il gruppo dei Conservatori e riformisti europei (Erc); il gruppo Identità e democrazia (Id); il gruppo della Sinistra al Parlamento europeo – Gue/Nng. Finora gli equilibri europei si sono retti, a livello parlamentare, grazie ad una alleanza tra popolari e socialisti che ora, però, non pare destinata a tenere – soprattutto vista l’ascesa conservatrice di Erc e Id, che anche se vittoriosi potrebbero non avere i numeri per governare.
Assai in bilico anche il futuro di Ursula Von der Leyen, la presidente uscente della Commissione Ue che vorrebbe fare il bis – e perciò ora alla ricerca di una nuova maggioranza (che speriamo non trovi, visto il suo allineamento alle rivendicazioni e richieste Lgbt) – ma che è anche molto criticata da tanti candidati. Questa incertezza fa sì che quelle che si terranno il prossimo giugno siano elezioni che – per essere europee - godono di un’attenzione straordinaria: lo ha rivelato un nuovo sondaggio secondo cui il 60% delle persone sono interessate al voto: ben 11 punti in più rispetto al precedente appuntamento elettorale del 2019.
Tanta attenzione da parte dei cittadini è dovuta sia all’esito del voto, che pare molto meno prevedibile e scontato di quello di altri anni, sia alle ricadute valoriali che esso potrà avere. Non dimentichiamoci, per limitarci a tre soli esempi, che il Parlamento europeo ora uscente, quello cioè dell’ultima legislatura, è quello che ha condannato il “no” dell'Italia alle registrazioni dei figli delle coppie gay, che ha votato un emendamento che «condanna fermamente la diffusione di retorica anti-diritti, anti-gender e anti-Lgbtq» e che ha elevato l’aborto addirittura a «valore comune», con il proposito futuro di inserirlo nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea
Proprio perché nel Parlamento europeo si gioca insomma anche una partita valoriale – che vedrebbe ancora dominare le istanze ultraprogressiste ed Lgbt, se i socialisti fossero nella futura maggioranza di governo –, il 22 maggio scorso Pro Vita & Famiglia, nel corso di una conferenza stampa intitolata “Se l’Europa cambia, tu cambia l’Europa”, ha presentato il proprio Manifesto Valoriale, che si articola essenzialmente in sei punti: la difesa della vita umana e contrasto all’introduzione dell’aborto come «valore comune» nella Carta dei diritti fondamentali Ue; un piano di sostegno economico e sociale alla famiglia e alla vita nascente; il contrasto all’utero in affitto e difesa del diritto dei bambini a una mamma e un papà; la promozione della libertà educativa dei genitori e opposizione all’ideologia gender a all’agenda Lgbtqia+, in particolare nelle scuole; la difesa dei risparmi delle famiglie dalle politiche “green” fondate su un ’ambientalismo radicale anti-natalista; il contrasto all’iper-sessualizzazione e all’iper-digitalizzazione dei minori con maggiore regolamentazione dell’uso di smartphone e dei social network.
Sei impegni molto chiari, dunque, volti chiaramente ad orientare i futuri europarlamentari ad impegni di impronta pro life. Attualmente – a tal proposito – per la Circoscrizione dell’Italia Meridionale (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Puglia) hanno firmato il Manifesto i seguenti candidati (elenco in aggiornamento costante):
- Fratelli d’Italia
- Denis Domenico Nesci
- Luciana De Francesco
- Forza Italia-Noi Moderati
- Alessandro Sacchi
- Lega
- Roberto Vannacci
- Libertà
- Nicola Di Matteo
Tutti i nomi, così come il testo del Manifesto Valoriale e le interviste rilasciate dagli stessi candidati sono visibili nel sito online www.cambiaeuropa.it, un portale creato ad hoc per informare i cittadini sui chi, di pro life e pro family, corre per un posto al Parlamento Europeo.
Non resta ora sperare che questi candidati - in un’Italia dove le forze di centrodestra sono in vantaggio, secondo gli ultimi sondaggi – possano da un lato essere eletti e, dall’altro, essere conseguenti agli impegni presi. Ne va, letteralmente, del futuro dell’Europa e di quello dei grandi valori, ultimamente molto trascurati a Bruxelles.