23/05/2024

Elezioni Europee. Intervista a Alessandra Basso (Lega)

Alessandra Basso, classe 1967, di Treviso, avvocato e laureata in Giurisprudenza all’Università di Bologna è un’eurodeputatadella, ricandidata per la Lega nella Circoscrizione dell’Italia Nord Orientale. E’ stata eletta per la prima volta al Parlamento Europeo nel 2019 ed è membro della Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, membro della commissione AIDA, Intelligenza Artificiale e membro sostituto nelle commissioni JURI e DEVE.

 

I temi, i valori e i princìpi espressi nel Manifesto di Pro Vita & Famiglia sono da molti considerati divisivi e “politicamente scorretti”, anche se affondano le radici nella stessa identità dell’Europa. Perché ha deciso di sottoscrivere il Manifesto e che ruolo hanno questi valori nella sua vita ed esperienza politica

«Nelle passata legislatura in Europa, ho constatato come sia in atto un tenace tentativo di cancellare non solo le radici Cristiane dell’Europa, ma anche i nostri valori relativi alla famiglia tradizionale, nei quali credo fermamente. Questo viene fatto a tutti i livelli e costantemente. Ad esempio, durante il periodo Natalizio, sugli schermi non compare l’augurio di un buon Santo Natale, ma un generale “auguri di stagione”. In moltissimi dei testi legislativi dei quali mi sono occupata, ci si preoccupa sempre di tutelare le “minoranze LGBT”, mai la famiglia composta da una mamma e un papà».

Lei ha già svolto il mandato di Parlamentare europeo, carica per cui si sta oggi ricandidando, in un contesto politico ostile ai valori e princìpi espressi nel Manifesto. Quali azioni concrete lei o il suo gruppo avete messo in campo in passato per tentare di arginare l’attuale ostilità dell’Unione Europea ai valori e princìpi espressi nel Manifesto (dichiarazioni, voti, proposte legislative, convegni ed eventi)?

«Ho votato contro proposte a favore dell’aborto, deriva LGBT, ratifica della convenzione di Istanbul, contro l’introduzione dell’aborto come diritto fondamentale. Ho partecipato a convegni come relatrice contro l’utero in affitto, ho invitato le associazioni Pro Life, e Pro Vita e Famiglia, a un evento da me patrocinato a Bruxelles (“No al supermercato dei bambini”). Sono stata relatore sul “certificato di filiazione europeo”, che introduce di fatto l’utero in affitto in Italia, opponendomi con una proposta contraria, e sul tema ho organizzato un convegno a Reggio Emilia».

Scelga un punto del Manifesto sottoscritto che riterrebbe prioritario affrontare se rieletto al Parlamento Europeo e ci spieghi che cosa proporrebbe, concretamente, per dargli attuazione politica e legislativa.

«Considerato che siamo in pieno “inverno demografico” ritengo fondamentale sostenere le politiche economiche a favore delle famiglie tradizionali, evitando costi a loro carico in nome della folle ideologia green (auto elettriche, case green), che deve essere attuata ma con buonsenso. Ho partecipato alla marcia per la vita a Roma, e mi impegno a sostenere la cultura della vita, non della morte, come da più parti si è provato a fare introducendo l’eutanasia. Vanno tutelati nostri anziani, e le persone più fragili con politiche europee che pensino prima a loro, e non alle minoranze Lgbt».

Oltre ai valori e princìpi espressi nel Manifesto sottoscritto, su quali specifiche sfide, misure e iniziative ritiene in assoluto più urgente concentrarsi a livello di Unione Europea?

«Serve rafforzare il ruolo della famiglia nell’educazione dei figli, perché il loro pensiero non venga “plasmato” nelle scuole dove spesso si fa propaganda gender. Ed è fondamentale impedire che lo Stato o i Giudici abbiano il potere di decidere sulle vite dei figli, ma che siano la mamma e il papà a decidere. Non si può sopprimere una vita con una sentenza e contro il volere dei genitori, come purtroppo abbiamo visto capitare troppe volte. È importante una forte presenza delle associazioni pro vita nelle scuole e nelle istituzioni, perché di questi temi se ne deve poter parlare liberamente».

 

 

 

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