Alessandro Fermi, avvocato, iscritto al foro di Como, classe 1974, è già stato sindaco di Albavilla e assessore provinciale a Como, quindi sottosegretario in Regione Lombardia e poi Presidente del Consiglio Regionale nella XI legislatura; nella corrente legislatura componente della Giunta Regionale, quale Assessore all'Università, Ricerca e Innovazione. E’ candidato per la Lega nella Circoscrizione dell’Italia Nord Occidentale.
I temi, i valori e i princìpi espressi nel Manifesto di Pro Vita & Famiglia sono da molti considerati divisivi e “politicamente scorretti”, anche se affondano le radici nella stessa identità dell’Europa. Perché ha deciso di sottoscrivere il Manifesto e che ruolo hanno questi valori nella sua vita ed esperienza politica?
«Le prossime elezioni europee saranno nei fatti uno scontro tra “diritti” e valori. Nei fatti, i valori – difesi in particolar modo dalla vostra associazione – sono stati alla base dello sviluppo economico e sociale di tutte le nazioni europee, in particolare della nostra; nonché sono stati e sono tuttora fondamento della crescita umana e spirituale di tutti i cittadini. Ricordo ad esempio le radici cristiane dell’Europa, che devono essere alla base della UE e che sono state dimenticate negli ultimi anni; pochi sanno che la bandiera dell’Unione Europea è derivata da un bozzetto degli anni’ 50 del secolo passato, elaborato del disegnatore franco-tedesco Arsène Heitz, che si ispirò al retro della Medaglia Miracolosa (o Medaglia dell’Immacolata), donata dalla Madonna all’umanità nel 1830».
In che modo, nella sua passata esperienza personale, professionale o politica, lei ha già avuto modo di spendersi concretamente per i valori e princìpi espressi nel Manifesto?
«È il mio stesso partito, Lega per Salvini Premier, a promuovere questi valori e principi, solido fondamento della nostra società; principi e valori che, mi auguro, tornino ad essere il fondamento dell’Unione Europea con la prossima legislatura».
L’approccio attuale delle istituzioni europee ai valori e princìpi espressi nel Manifesto è di forte ostilità. Basti pensare al voto per rendere l’aborto un “diritto fondamentale” dell’UE o ai continui riferimenti all’ideologia Gender e all’Agenda LGBTQIA+. Scelga un punto del Manifesto sottoscritto che riterrebbe prioritario affrontare se eletto al Parlamento Europeo e ci spieghi che cosa proporrebbe, concretamente, per dargli attuazione politica e legislativa.
«Uno dei grossi problemi che affligge i Paesi europei è la denatalità e in questo campo le contraddizioni in UE sono palesi; da un lato, infatti, l’Unione non fa nulla a favore della natalità; dall’altro promuove l’utero in affitto come soluzione alla denatalità. Non funziona così, poiché la culla della natalità è la famiglia tradizionale, da proteggere e difendere, non il “supermercato” dell’utero in affitto. Inoltre, il diritto di educare i figli secondo i propri valori deve rimanere prerogativa della famiglia, non dovendo intervenire in tal senso lo Stato o la UE».
Oltre ai valori e princìpi espressi nel Manifesto sottoscritto, su quali specifiche sfide, misure e iniziative ritiene in assoluto più urgente concentrarsi a livello di Unione Europea?
«Il mio slogan elettorale è “Più Lombardia in Europa”; è sintetico, ma efficace. Significa rappresentare e riconoscere quei valori base della mia terra operosa, la Lombardia, in Europa e difenderli: valori quali la famiglia, il lavoro, il risparmio, l’investimento, il diritto di trasmette questi valori ai propri figli. La lotta alle ideologie del “politicamente corretto” è dunque fondamentale ed alla base della libertà di pensiero; cito ad esempio l’ideologia green per le abitazioni che, se attuata, avrebbe un costo non indifferente per le famiglie, con poca o nessuna utilità pratica».