Anna Menghi, classe 1962, è dipendente dell’Azienda Sanitaria Regionale delle Marche ed è candidata con la Lega nella circoscrizione dell’Italia centrale. Attualmente è consigliere regionale sempre nelle Marche ed è alla sua prima candidatura a livello comunitario.
I temi, i valori e i princìpi espressi nel Manifesto di Pro Vita & Famiglia sono da molti considerati divisivi e “politicamente scorretti”, anche se affondano le radici nella stessa identità dell’Europa. Perché ha deciso di sottoscrivere il Manifesto e che ruolo hanno questi valori nella sua vita ed esperienza politica?
«Ho deciso di aderire al manifesto perché ho a cuore le nostre radici identitarie europee. In un mondo che troppo spesso ci chiede di omologarci e azzerare qualunque tipo di differenza, voglio promuovere i valori che storicamente ci definiscono, sostenendo politiche a favore della vita fin dal concepimento. Sono disabile e la vita, per chi come me ha dovuto affrontare tanti ostacoli, ha un valore. La dignità di un essere umano va garantita a prescindere da qualunque condizione di partenza e pertanto difendo i più fragili promuovendo l'inclusione, l'accessibilità e il sostegno a chi ne ha bisogno».
In che modo, nella sua passata esperienza personale, professionale o politica, lei ha già avuto modo di spendersi concretamente per i valori e princìpi espressi nel Manifesto?
«Ho fatto parte per molti anni dell'Amnic, dove ho lavorato attivamente per sostenere i diritti e il benessere delle persone con disabilità e dei più fragili. Ho partecipato a vari progetti comunitari e iniziative locali volte a rafforzare il concetto di famiglia naturale, sostenendo l'importanza di un nucleo familiare composto da un uomo e una donna che educano i propri figli secondo i propri valori. Durante la mia carriera politica ho lavorato a favore di politiche che promuovono la protezione della vita dal concepimento, sostenendo iniziative legislative che offrono supporto alle madri e alle famiglie».
L’approccio attuale delle istituzioni europee ai valori e princìpi espressi nel Manifesto è di forte ostilità. Basti pensare al voto per rendere l’aborto un “diritto fondamentale” dell’UE o ai continui riferimenti all’ideologia Gender e all’Agenda LGBTQIA+. Scelga un punto del Manifesto sottoscritto che riterrebbe prioritario affrontare se eletto al Parlamento Europeo e ci spieghi che cosa proporrebbe, concretamente, per dargli attuazione politica e legislativa.
«Se sarò eletta darò priorità al punto 2. Ritengo infatti che l'Europa debba affrontare il tema del declino demografico seriamente, con politiche di sostegno alle donne che fanno figli. Proporrò politiche fiscali favorevoli alle famiglie, introduzione di bonus alla nascita e sussidi mensili per i bambini fino ad una certa età. Vorrei lanciare campagne di sensibilizzazione sul valore della famiglia e della genitorialità. Vorrei sostenere la parità di genere nel mercato del lavoro, incoraggiando la partecipazione delle donne, senza che questo sacrifichi il loro desiderio di essere madri».
Oltre ai valori e principi espressi nel Manifesto sottoscritto, su quali specifiche sfide, misure e iniziative ritiene in assoluto più urgente concentrarsi a livello di Unione Europea?
«Credo che l'Unione Europa debba concentrarsi sulla tutela e conservazione del proprio territorio naturale e del patrimonio boschivo. L'UE deve aspirare a diventare il giardino del mondo, proteggendo e valorizzando la sua ricca biodiversità e le sue risorse naturali. In tal modo si rafforzerebbe il ruolo della stessa come leader globale nella promozione della sostenibilità e della qualità ambientale. Tutto questo, tuttavia, deve avvenire in armonia con l'agricoltura, che va preservata e valorizzata. Gli agricoltori vanno tutelati con le loro specificità, paese per paese, e aiutati a garantire quella produzione di qualità che ha sempre reso l'agricoltura europea un'eccellenza mondiale».