23/05/2024

Elezioni Europee. Intervista a Antonella Sberna (FdI)

Antonella Sberna, classe 1982, prima di 4 fratelli, si è laureata in Pubbliche Relazioni a Milano, ha avuto esperienze di lavoro presso il Parlamento Europeo a Bruxelles e presso il Consolato Generale d’Italia a Los Angeles, negli Usa, e dopo 8 anni di lavoro presso il Senato della Repubblica, fino al 2023 è stata manager di una agenzia di Comunicazione e relazioni istituzionali e responsabile dell’organizzazione di importanti eventi istituzionali in Italia e all’estero. E’ candidata per Fratelli d’Italia nella Circoscrizione dell’Italia Centrale.

 

I temi, i valori e i princìpi espressi nel Manifesto di Pro Vita & Famiglia sono da molti considerati divisivi e “politicamente scorretti”, anche se affondano le radici nella stessa identità dell’Europa. Perché ha deciso di sottoscrivere il Manifesto e che ruolo hanno questi valori nella sua vita ed esperienza politica?

«Sono valori che da sempre ispirano il mio impegno in campo politico ed amministrativo. Ad esempio le politiche per la famiglia e la natalità mi vedono particolarmente sensibile perché sono prima di tutta una mamma di tre bambine e quindi vivo quotidianamente questa realtà in prima persona. Sono consapevole di quanto essere madri sia oggi la sfida più importante per le donne e di come sia fondamentale integrare la dimensione materna con il lavoro, la professione, la carriera ecc. La mia esperienza mi dice che ciò è possibile e mi batterò per questo. Ho firmato il manifesto proprio perché questo spirito intendiamo presentarci in Europa per cambiare sostanzialmente l’approccio culturale finora adottato che è alla base fra l’altro della grave crisi demografica».

In che modo, nella sua passata esperienza personale, professionale o politica, lei ha già avuto modo di spendersi concretamente per i valori e princìpi espressi nel Manifesto?

«Sono stata assessore ai Servizi sociali, alla Famiglia e alle politiche europee del Comune di Viterbo e la mia attenzione per le famiglie è stata massima. Il mio impegno è stato rivolto soprattutto a sostenere le famiglie numerose, quelle con i carichi familiari maggiori, cercando di premiare quei nuclei che, proprio in controtendenza con il pensiero dominante, hanno investito sulla nascita dei figli. A loro ho cercato di assicurare agevolazioni nell’accesso ai servizi pubblici con l’obiettivo prioritario di conciliare famiglia e lavoro proprio come ho sempre fatto io, aggiungendo anche l’impegno politico e amministrativo».

L’approccio attuale delle istituzioni europee ai valori e princìpi espressi nel Manifesto è di forte ostilità. Basti pensare al voto per rendere l’aborto un “diritto fondamentale” dell’UE o ai continui riferimenti all’ideologia Gender e all’Agenda LGBTQIA+. Scelga un punto del Manifesto sottoscritto che riterrebbe prioritario affrontare se eletto al Parlamento Europeo e ci spieghi che cosa proporrebbe, concretamente, per dargli attuazione politica e legislativa.

«Come già detto darò priorità alla difesa della famiglia naturale e soprattutto alla natalità. Naturalmente credo fortemente nel valore della genitorialità, nel ruolo essenziale delle mamme e dei papà all’interno del progetto familiare, in linea con il programma di Fratelli d’Italia. Nell’ambito delle politiche per la maternità mi batterò per aiutare le donne in difficoltà che desiderano avere figli e per scongiurare il ricorso all’aborto che considero non un diritto ma una sconfitta, con l’obiettivo di affermare il prevalere di una cultura della vita che torni ad essere centrale».

Oltre ai valori e princìpi espressi nel Manifesto sottoscritto, su quali specifiche sfide, misure e iniziative ritiene in assoluto più urgente concentrarsi a livello di Unione Europea?

«Credo che la grande sfida sia quella di rendere l’Europa sempre più la Patria dei diritti per tutti, soprattutto dei soggetti più fragili che troppo spesso sono vittime della cultura dello scarto più volte denunciata e condannata anche da Papa Francesco. Abbiamo bisogno di un’Europa meno burocratica e più umana, che torni a parlare il linguaggio della solidarietà e che ad esempio consideri le politiche sociali, per la famiglia, per la maternità, per gli anziani e i soggetti fragili, come investimenti produttivi rivolti a migliorare le condizioni di vita di tutti e assicurare un futuro ad un continente che sta rinunciando alla propria identità».

 

 

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