Cristina Zaccanti, classe 1952, insegnante di lettere classiche in pensione, è candidata con la lista Libertà nella circoscrizione Nord Occidentale. E’ attualmente coordinatrice de “Il Popolo della Famiglia” in Piemonte, membro del Consiglio esecutivo nazionale ed è stata in passato attiva con il “Movimento per la Vita” di Ivrea.
I temi, i valori e i princìpi espressi nel Manifesto di Pro Vita & Famiglia sono da molti considerati divisivi e “politicamente scorretti”, anche se affondano le radici nella stessa identità dell’Europa. Perché ha deciso di sottoscrivere il Manifesto e che ruolo hanno questi valori nella sua vita ed esperienza politica?
«Ho deciso di sottoscrivere il Manifesto proprio perché esprime la verità in cui credo e che, inevitabilmente, risulta divisiva. A che servirebbe testimoniare se cedessimo al compromesso di un’inclusione che produce confusione, demotiva i giovani, avvilisce gli anziani, comporta l’accettazione supina del pensiero unico? Sappiamo bene come dall’Europa piombino su di noi le prepotenze dei signori della morte che mercificano la vita e tutelano gli interessi di un’oligarchia finanziaria, ma ancor prima valoriale, mortifera e non più tollerabile».
In che modo, nella sua passata esperienza personale, professionale o politica, lei ha già avuto modo di spendersi concretamente per i valori e princìpi espressi nel Manifesto?
«Come madre, insegnante, militante del Popolo della Famiglia ho potuto sostenere con coerenza la battaglia per la verità. Ho educato figli ormai trentenni e, per 39 anni, generazioni di adolescenti al rispetto della realtà oggettiva, delle regole finalizzate al bene comune, della ricerca del vero e del giusto. Come Sentinella in piedi ho contestato l’imposizione dei ddl “antiomofobia”, come insegnante ho denunciato il dilagare dell’ideologia gender fin dal 2014, come militante del PdF ho attivamente partecipato a tutte le campagne elettorali che potevano farci conoscere e “risvegliare coscienze”».
L’approccio attuale delle istituzioni europee ai valori e princìpi espressi nel Manifesto è di forte ostilità. Basti pensare al voto per rendere l’aborto un “diritto fondamentale” dell’UE o ai continui riferimenti all’ideologia Gender e all’Agenda LGBTQIA+. Scelga un punto del Manifesto sottoscritto che riterrebbe prioritario affrontare se eletto al Parlamento Europeo e ci spieghi che cosa proporrebbe, concretamente, per dargli attuazione politica e legislativa.
«Punto cardine del mio servizio all’Europa sarà il sostegno immediato e massimo all’incremento della natalità, efficace contrasto all’aborto. Siamo gli ultimi italiani, ma anche gli ultimi europei. Se non ripartono le nascite, a nulla varranno gli altri interventi operativi. D’altro canto le nascite ripartiranno se aiuteremo i nostri giovani a costituire famiglie solide e feconde. Istituiremo il “reddito di maternità europeo”, un’indennità mensile adeguata, potenzialmente vitalizia, che consenta alla donna di scegliere di “lavorare come mamma” e le riconosca il ruolo sociale fondamentale che le spetta».
Oltre ai valori e principi espressi nel Manifesto sottoscritto, su quali specifiche sfide, misure e iniziative ritiene in assoluto più urgente concentrarsi a livello di Unione Europea?
«Fondamentale ribadire la cultura della Vita riaffermando l’ordine della Verità da opporre al caos culturale ed esistenziale che l’oligarchia della finanza impone per subordinare la persona, la famiglia, le istituzioni. Occorrerà proclamare “dai tetti” i principi della ragione, della legge naturale, delle radici cristiane invocate a suo tempo da San Giovanni Paolo II ma rigettate, per ritrovare l’anima dell’Europa. Invertiremo la rotta, riconoscendo il primato non ai diritti “civili” di un’umanità confusa e orientata al suicidio, ma al primato dei valori non negoziabili europei ed universali».