Giovanni Malanchini, classe 1974, è candidato per la Lega nella Circoscrizione Nord Occidentale. Consigliere comunale e Assessore di Spirano dal 1995 ad oggi, Sindaco di Spirano dal 2009 al 2018, attualmente Consigliere regionale della Lombardia e Presidente della Commissione speciale Autonomia e riordino delle autonomie locali. E’ stato Coordinatore dei sindaci della Lega della Provincia di Bergamo dal 2014 al 2015, Responsabile Nazionale degli Enti Locali della Lega Lombarda per Salvini Premier dal 2015 al 2021, attualmente Responsabile del Dipartimento Agricoltura della Lega Lombarda per Salvini Premier.
I temi, i valori e i princìpi espressi nel Manifesto di Pro Vita & Famiglia sono da molti considerati divisivi e “politicamente scorretti”, anche se affondano le radici nella stessa identità dell’Europa. Perché ha deciso di sottoscrivere il Manifesto e che ruolo hanno questi valori nella sua vita ed esperienza politica?
«Ho deciso di sottoscrivere il manifesto perché ne condivido tutti i contenuti da cattolico e genitore di 3 figli: Maddalena (14 anni), Alessandro (10 anni) e Margherita (2 anni). Sinceramente ho sempre condiviso le battaglie di Pro Vita ma vi conosco meglio ora perché un caro amico, Michele Jacobelli già sindaco di Palazzago, mi ha avvicinato alla vostra realtà conoscendo bene il mio pensiero e le mie attitudini».
In che modo, nella sua passata esperienza personale, professionale o politica, lei ha già avuto modo di spendersi concretamente per i valori e princìpi espressi nel Manifesto?
«Soprattutto in Regione, da Consigliere segretario dell'Ufficio di Presidenza nella precedente legislatura, mi sono opposto alla concessione di patrocinio alle manifestazioni ideologiche di varie organizzazioni che costituiscono un insulto alla morale cattolica e alla famiglia tradizionale».
L’approccio attuale delle istituzioni europee ai valori e princìpi espressi nel Manifesto è di forte ostilità. Basti pensare al voto per rendere l’aborto un “diritto fondamentale” dell’UE o ai continui riferimenti all’ideologia Gender e all’Agenda LGBTQIA+. Scelga un punto del Manifesto sottoscritto che riterrebbe prioritario affrontare se eletto al Parlamento Europeo e ci spieghi che cosa proporrebbe, concretamente, per dargli attuazione politica e legislativa.
«Tra i punti del Manifesto, tutti condivisibili, vorrei spendermi per evitare che l'aborto venga qualificato come diritto fondamentale. É necessario che nel Parlamento europeo si costituisca una posizione politica forte a tutela della vita. Penso di poter mettere la mia esperienza al servizio di questa battaglia di civiltà e di giustizia».
Oltre ai valori e princìpi espressi nel Manifesto sottoscritto, su quali specifiche sfide, misure e iniziative ritiene in assoluto più urgente concentrarsi a livello di Unione Europea?
«Gli altri temi che mi stanno a cuore sono: la difesa dell'agricoltura italiana, messa in seria difficoltà dalle nuove misure europee, attraverso la revisione della strategia "Farm to Fork", portando inoltre avanti il tema dell'obbligo di un'etichettatura trasparente dei prodotti agroalimentari; la difesa dell'automotive e del settore della gomma-plastica che, grazie ad un sistema di raccolta, differenziazione e rigenerazione, costituisce un esempio florido di economia circolare soprattutto in Lombardia; la promozione del principio di sussidiarietà come principio fondante di un'Unione Europea che sappia dare voce ai territori e non essere condizionata dalle lobbies, come spesso è accaduto negli ultimi anni».