Isabella Tovaglieri, classe 1987, eurodeputata uscente, è ri-candidata per la Lega nella Circoscrizione dell’Italia Nord Occidentale. Al Parlamento Europeo è membro titolare delle Commissioni ITRE (Industria, Ricerca ed Energia) e FEMM (Diritti della donna e uguaglianza di genere), componente sostituto della Commissione IMCO (Mercato interno e protezione dei consumatori) e membro della Delegazione per le relazioni con il Sud Africa e della Delegazione per le relazioni con i Paesi del Mashreq. Consigliere comunale di Busto Arsizio (Varese). In precedenza è stata vice Presidente della Commissione Cultura, poi assessore all’Urbanistica e infine vicesindaco della città di Busto Arsizio dal 2011 al 2019.
I temi, i valori e i princìpi espressi nel Manifesto di Pro Vita & Famiglia sono da molti considerati divisivi e “politicamente scorretti”, anche se affondano le radici nella stessa identità dell’Europa. Perché ha deciso di sottoscrivere il Manifesto e che ruolo hanno questi valori nella sua vita ed esperienza politica?
«Cinque anni fa avevo già sottoscritto il Manifesto perché mi riconoscevo nella difesa della famiglia tradizionale e del diritto alla vita quali valori fondanti della società europea. Oggi ritengo questa adesione ancora più importante, dopo aver assistito al continuo tentativo, portato avanti dalle sinistre in UE, di distruggere la famiglia come luogo di crescita umana e spirituale e di formazione alla responsabilità civile, contrapponendo all’ordine naturale la teoria gender, che vuole cancellare le differenze sessuali, sostituire le donne e abbattere la figura maschile e il ruolo del padre».
Lei ha già svolto il mandato di Parlamentare europeo, carica per cui si sta oggi ricandidando, in un contesto politico ostile ai valori e princìpi espressi nel Manifesto. Quali azioni concrete lei o il suo gruppo avete messo in campo in passato per tentare di arginare l’attuale ostilità dell’Unione Europea ai valori e princìpi espressi nel Manifesto (dichiarazioni, voti, proposte legislative, convegni ed eventi)?
«La Lega ha sempre contrastato tutte le proposte portate alla discussione del Parlamento europeo, che costituivano una minaccia per la vita nascente, per le differenze sessuali e per il ruolo fondamentale della famiglia nell’educazione dei figli. Abbiamo rifutato la dicitura "Genitore 1 e 2" e abbiamo sostenuto il riconoscimento dell’utero in affitto come reato universale. Ci siamo opposti a tutte le politiche LGBT che promuovono l’abolizione del sesso biologico e che mirano a favorire e diffondere l’identità di genere. Abbiamo difeso l’attività e la libertà di pensiero delle associazioni pro life».
Scelga un punto del Manifesto sottoscritto che riterrebbe prioritario affrontare se rieletto al Parlamento Europeo e ci spieghi che cosa proporrebbe, concretamente, per dargli attuazione politica e legislativa.
«Se sarò rieletta, continuerò a battermi, come ho fatto finora, per la revisione di due provvedimenti europei di matrice ideologica, che minacciano la stabilità economica e il futuro delle famiglie: si tratta della direttiva Case Green, che sta già svalutando la casa degli italiani, e dello stop ai motori endotermici dal 2035, che obbligherà i cittadini ad acquistare una costosa auto elettrica. Si tratta di misure che, imponendo nuovi pesanti oneri, penalizzano le famiglie esistenti e introducono elementi di incertezza che pregiudicano la formazione di nuovi nuclei familiari tra le giovani generazioni».
Oltre ai valori e princìpi espressi nel Manifesto sottoscritto, su quali specifiche sfide, misure e iniziative ritiene in assoluto più urgente concentrarsi a livello di Unione Europea?
«Occorre agire più incisivamente contro la dittatura del pensiero unico e del politicamente corretto, che minacciano la libertà di espressione in Europa. Oggi il pensiero critico è stigmatizzato e deriso ovunque: dall’informazione al mondo accademico, è sempre più difficile sottrarsi alla pressione sociale mainstream, che ci dice come e cosa dobbiamo pensare, e chi ragiona con la propria testa è accusato di essere retrogrado, razzista, omofobo. La Lega in Europa non sarà mai succube di questa violenza culturale, anzi la combatterà sempre per difendere la libertà di espressione, pietra angolare delle democrazie occidentali».